Lucia Annunziata, la Stampa, 22/2/2009, 22 febbraio 2009
Social Card degli inganni - Mamma, ultraottantenne, credeva di poter cambiare la sua vecchia lavatrice con quanto avrebbe risparmiato annualmente sulla spesa con la social card
Social Card degli inganni - Mamma, ultraottantenne, credeva di poter cambiare la sua vecchia lavatrice con quanto avrebbe risparmiato annualmente sulla spesa con la social card. Era orgogliosa di non domandare nulla a noi figli. Impossibilitata a farlo da sola, mi ha chiesto di avviare le pratiche. Attesa per l’appuntamento al Caaf, dove denuncio la pensione e l’assegno che annualmente riceve; presento i suoi risparmi che sfiorano i 1500 euro, dichiaro i pochi metri quadrati di abitazione di proprietà e, non superando i parametri stabiliti dalla legge perché il totale di tutto questo è di poco superiore ai 7000 euro, mi reco, dopo lunga attesa, a ritirare il modello alla posta. Nella compilazione, tutto ok sino al quadro 3 dove, ad un certo rigo si legge: «Il beneficiario dichiara di avere trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ai redditi propri, sono di importo inferiore a 6000 euro all’anno o di importo inferiore a 8000 euro all’anno se di età pari o superiore a 70 anni». Tutto ok. Nella riga seguente, invece, è richiesto di dichiarare un Isee inferiore a 6000 euro. Qui finisce l’illusione per gli ultrasettantenni con un reddito inferiore agli 8000 euro, perché l’Isee non potrà mai essere inferiore ai 6000 euro. Mi reco nuovamente al Caaf e chiedo spiegazioni. Anche loro cadono dalle nuvole e commentano: «La solita truffa per far vedere che il numero degli aventi diritto è molto alto ed invece nella realtà è bassissima. Come fare bella figura vendendo fumo». Nelle varie attese ho ascoltato commenti tipo: Se un anziano non ha nessuno disponibile a perdere tanto tempo come fa a richiedere la social card? Perché la social card è spendibile solo nei centri commerciali o negozi che non si trovano certo nelle vallate o nei paesini dove molti anziani vivono? Perché non è stata inserita nella pensione permettendo di spendere i propri denari magari al mercato dove in genere si risparmia di più? Come si pensa di far digitare il codice pin o firmare quando è noto che in molto casi ci sono seri problemi di vista, di tremolii, di vuoti di memoria a ricordare il codice? Certamente non dirò a mia madre che non potrà usufruire dei 40 euro promessi e ce ne faremo carico noi figli, permettendole di realizzare la sua necessità e di non guastarsi il fegato per una promessa che potevano evitare di fare se non per farsi belli. ANDREA PERINO Ben fatto, caro Andrea. Come forse ricorderà io mi sono schierata a favore della Social Card per gli anziani, e quel che lei scrive sulla felicità di sua madre davanti a quella piccolissima somma - su cui molti del centro sinistra hanno sputato - mi dà ragione. Peccato che lo stesso governo che l’ha promessa l’abbia fatto senza seri intenti. Il suo racconto è in questo senso anche un bel pezzo giornalistico, perché ci fa toccare con immediatezza la verità delle cose. Quanto a sua madre, non avrà la Social Card, ma è molto più fortunata ad avere allevato figli come voi.