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 2009  febbraio 21 Sabato calendario

«Troppe polemiche distruttive nella Chiesa, divisa dall’arroganza intellettuale». Mentre la revoca della scomunica al lefebvriano negazionista Williamson spacca gli episcopati nazionali e la Curia e nel giorno in cui la Conferenza episcopale austriaca accusa il Vaticano di «aver commesso errori nella nomina» del vescovo ultratradizionalista di Linz, Gerhard Wagner (poi costretto a rinunciare all’incarico), Benedetto XVI chiede un esame di coscienza alla Chiesa odierna contro «l’arroganza intellettuale che disegna una caricatura della Chiesa stessa»

«Troppe polemiche distruttive nella Chiesa, divisa dall’arroganza intellettuale». Mentre la revoca della scomunica al lefebvriano negazionista Williamson spacca gli episcopati nazionali e la Curia e nel giorno in cui la Conferenza episcopale austriaca accusa il Vaticano di «aver commesso errori nella nomina» del vescovo ultratradizionalista di Linz, Gerhard Wagner (poi costretto a rinunciare all’incarico), Benedetto XVI chiede un esame di coscienza alla Chiesa odierna contro «l’arroganza intellettuale che disegna una caricatura della Chiesa stessa». Per il suo vibrante appello all’unità ecclesiale, il Papa prende in prestito il monito di San Paolo ai Galati: «Vi mordete e attaccate a vicenda come delle belve. Emergono le polemiche e uno morde l’altro». E aggiunge: «Anche oggi ci sono cose simili dove invece di inserirsi nel Corpo di Cristo, si pensa che uno è migliore dell’altro». Il Pontefice esorta a «trovarci insieme nell’umiltà della fede», perché «siamo in relazione l’uno con l’altro. Non c’è libertà contro, ma solo libertà condivisa». Nessun nome, nessun caso specifico. Ma sullo sfondo del discorso a braccio pronunciato da Joseph Ratzinger, con voce roca e grave, ci sono le violente critiche piovute su di lui e sulla Santa Sede da parte di cardinali e interi episcopati, dopo la decisione di revocare la scomunica ai lefebvriani e la nomina di un vescovo ultraconservatore in Austria. Ieri il Papa ha ricordato come la libertà non possa mai divenire «l’assolutizzazione dell’io». Ciò sarebbe la degradazione dell’uomo: «Il libertinismo non è libertà ma il fallimento della libertà. La libertà si realizza nel servire», mentre «ridursi alla carne, intesa come assolutizzazione di se stesso, fa precipitare l’uomo nella menzogna». Se, nel discorso ai seminaristi, Benedetto XVI è sembrato seguire soprattutto i suoi pensieri sugli sbandamenti della Chiesa di oggi, in mattinata invece, nell’udienza alla Pontificia Commissione per l’America Latina, il Papa ha parlato dei criteri di ammissione e selezione dei futuri preti. «Oggi più che mai - raccomanda Benedetto XVI - occorre che i seminaristi, con retta intenzione e al margine di qualunque altro interesse, aspirino al sacerdozio mossi unicamente dalla volontà di essere autentici discepoli e missionari di Cristo». Intanto l’influente associazione ebraica «World Jewish Congress» elogia il governo argentino per l’«encomiabile» espulsione del vescovo Williamson e il cardinale Christoph Schonborn, capo della Chiesa austriaca critica la Curia sia per la grazia accordata ai lefebvriani sia per la nomina del prelato Wagner, che aveva definito «satanici» i libri su Harry Potter e l’uragano Katrina una punizione divina contro le cliniche dell’aborto di New Orleans.