Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 24 Martedì calendario

In Albania si moltiplicano le dispute sulle proprietà della terra lungo le coste montagnose del sud, uno degli ultimi tratti di Mediterraneo rimasti quasi incontaminati

In Albania si moltiplicano le dispute sulle proprietà della terra lungo le coste montagnose del sud, uno degli ultimi tratti di Mediterraneo rimasti quasi incontaminati. Negli ultimi giorni le liti riguardano la baia di Kakome, splendido golfo di olivi e foreste sul mare, dove si trova un convento del trecento. Lì il gruppo immobiliare Riviera vuole costruire il primo albergo a cinque stelle del Paese, ha ottenuto dal governo la gestione dell’area per un secolo e per avviare la costruzione ha chiuso l’accesso a tutta la baia. Ma c’è un gruppo di 129 famiglie che dicono di essere proprietari di quei terreni in base a tre diversi documenti: uno del 1870, stilato da funzionari dell’impero Ottomano, un altro scritto da Re Zog nel 1930 e un terzo del 1994, che sancisce la restituzione delle terre sequestrate durante il comunismo. Comunque le famiglie non si oppongono al progetto di costruzione dell’hotel, ma pretendono di avere delle quote dell’attività.