Roberta Villa, L’Espresso, 26 febbraio 2009, 26 febbraio 2009
Basterebbe una pillola al giorno e anche persone apparentemente sane, senza alti livelli di colesterolo, potrebbero vedere dimezzate le loro probabilità di andare incontro a un infarto o a un ictus
Basterebbe una pillola al giorno e anche persone apparentemente sane, senza alti livelli di colesterolo, potrebbero vedere dimezzate le loro probabilità di andare incontro a un infarto o a un ictus. A sostenerlo sono i ricercatori del Brigham and Womens’ Hospital di Boston che hanno condotto lo studio su quasi 18 mila uomini e donne, rispettivamente oltre i 50 e i 60 anni di età. La pillola in questione è la statina, nota per abbassare i livelli di colesterolo. E la sorpresa relativa al fatto che molti dei pazienti che ne hanno tratto beneficio non avevano affatto questo parametro alterato. Ma un valore superiore alla norma della proteina C reattiva, in sigla Pcr, che può indicare qualunque tipo di infiammazione, e che da molti anni è stato correlato anche al rischio cardiovascolare. "L’infiammazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo dell’aterosclerosi, per questo è possibile che la statina, utilizzata per abbassare il colesterolo, ma di cui è nota anche l’azione antinfiammatoria, agisca su entrambi i fronti", afferma Paul Ridker, cardiologo e promotore della ricerca. Sulla base di questi risultati la tentazione è forte: fare l’esame e poi, se la Pcr è alta, assumere il farmaco. "Attenzione, però", mette in guardia Piera Angelica Merlini, responsabile del Centro ricerche in cardiologia dell’Ospedale Niguarda di Milano: "La Pcr può risultare elevata per moltissime ragioni diverse dal rischio cardiaco. Non solo: gli autori calcolano che un trattamento a tappeto potrebbe evitare, nell’arco di cinque anni, 250 mila nuovi malati, soltanto negli Stati Uniti, ma così facendo ci si potrebbe trovare a somministrare il farmaco a 250 persone per salvarne una sola da ictus o infarto. E a oggi non è possibile escludere rischi legati all’azione del farmaco".