varie, 24 febbraio 2009
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FernndezBermejo Mariano
• San Pedro de Avila (Spagna) 10 febbraio 1948. Politico. Ex ministro della Giustizia spagnolo (dimissioni il 23 febbraio 2009) • «Un amico di troppo, una licenza di meno: incalzato dalle polemiche per la battuta di caccia in Andalusia in compagnia del giudice Garzón senza i permessi adeguati, si è dimesso [...] ”Non posso tollerare l’utilizzo di questi fatti contro gli ideali del Psoe”: una conferenza stampa senza domande per annunciare l’uscita di scena e sollevare i socialisti da una presenza diventata ingombrante. [...] Per la verità, non era il solo Pp a volere le dimissioni del ministro. I popolari l’hanno fatto con maggiore impegno e con metodo: dai banchi del Parlamento, sui giornali e in televisione, negli appuntamenti di campagna elettorale [...] personaggio considerato troppo polemico [...] Ex pubblico ministero prestato alla politica, Bermejo, dicono, non si era mai adeguato al linguaggio della mediazione e del compromesso, e s’era conquistato molti nemici. Anche interni. [...]» (Alessandra Coppola, ”Corriere della Sera” 24/2/2009) • «Una coincidenza che non aveva convinto nessuno. Il ministro della Giustizia che decide di trascorrere un fine settimana in Andalusia e, ”per caso”, durante una battuta di caccia incontra il giudice Baltasar Garzón, originario proprio di quella zona, la provincia di Jaén. Un incontro inopportuno nel fine settimana meno appropriato, perché proprio in quei giorni il super-magistrato della Audiencia Nacional aveva portato alla luce uno scandalo che coinvolge diversi dirigenti di primo piano del Partito Popolare. Dopo una settimana di polemiche, alla fine [...] il ministro ha deciso di farsi da parte: Mariano Fernández Bermejo si è dimesso anche perché [...] il quotidiano El Mundo ha rivelato persino che partecipava alla battuta senza disporre della licenza di caccia necessaria in Andalusia. ”Mi è sfuggito, non ci ho proprio pensato”, ha risposto quasi balbettando quando gli hanno chiesto spiegazioni in un’intervista televisiva. [...]» (Alessandro Oppes, ”la Repubblica” 24/2/2009).