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 2009  febbraio 24 Martedì calendario

CIVATI Giuseppe

CIVATI Giuseppe (detto Pippo) Monza 4 agosto 1975. Politico. Deputato. Del Pd. Dal 2005 al 2013 consigliere regionale della Lombardia. «Un Renzi lombardo e di sinistra, più colto e meno spaccone» (Curzio Maltese). • Maturità classica al liceo Zucchi di Monza, laurea e dottorato in Filosofia alla Statale di Milano, in politica sin da giovanissimo. In consiglio comunale a Monza nel 1997, dal 2002 al 2004 membro della segreteria provinciale dei Ds, nel 2005 in Consiglio regionale lombardo con oltre 19 mila preferenze (il più votato del Pd), poi rieletto nel 20120 con circa 10 mila preferenze. Nel 2009 indicato a sorpresa da un sondaggio dell’Espresso come il successore ideale di Walter Veltroni alla guida del Pd, è stato il coordinatore della campagna di Ignazio Marino per le primarie del centrosinistra. Nel 2012, dopo aver annunciato e poi ritirato la sua candidatura per la guida del partito, ha appoggiato Pier Luigi Bersani. Dopo le elezioni del febbraio 2013 è stato tra i maggiori sostenitori nel Pd di un governo di scopo che non prevedesse Bersani come premier. • «Ha l’aria del “bel fieou”, come direbbe Berlusconi, ma con alle spalle un curriculum di ferro. Professore di filosofia e studioso del Rinascimento, colto, simpatico, popolare. Il suo blog (Ciwati.it) è tra i primi dieci in Italia. Da segretario dei Ds a Monza si è fatto un nome con la conquista a sorpresa della capitale della Brianza, il regno stesso di Berlusconi. “Ce ne inventavamo una al giorno e loro erano costretti a inseguirci. Davamo le notizie. Abbiamo rivelato i progetti di cementificazione del fratello di Berlusconi, lo scandalo del nuovo centro commerciale, l’assalto alle aree verdi. Non è che bisogna sempre aspettare l’inchiesta di Report o di Repubblica per denunciare uno scandalo”». [Curzio Maltese, la Repubblica 24/2/2009] • Per un periodo è stato il gemello politico di Matteo Renzi. Insieme i due hanno organizzato la prima edizione della convention alla Stazione Leopolda nel 2010, poi si sono separati malamente, rinfacciandosi a vicenda l’eccessivo protagonismo. «Credo che la candidatura di Matteo sia totalmente autoreferenziale. Io ho già fatto un pezzo di strada con lui. Facemmo la Leopolda e una settimana dopo lui andò ad Arcore. Non ne sapevo niente, non ero e non sono d’accordo. Sento chi dice: fate la sinistra dei renziani. Ma non è proprio possibile. Nei contenuti su moltissime questioni siamo lontanissimi». [Concita De Gregorio, la Repubblica 17/9/2012] • «La caratteristica dei civatiani è certamente il loro essere dei leader “mediasmatici” (abili cioè a mettere insieme una buona dose di talento mediatico e una buona dose di spirito carismatico) e il loro essere senz’altro i più attivi nel mondo della rete (hanno tutti un blog, sono tutti su Facebook, usano Twitter con intelligenza e forse anche per questo i loro antipatizzanti poco alfabetizzati a livello tecnologico dicono spesso con scarsa originalità che questi “so’ politici più virtuali che reali, oh”). Dal punto di vista politico, i civatiani hanno come scopo quello di offrire al Pd le giuste cartucce per non farsi troppo rosicchiare il fianco sinistro dai vari Nichi Vendola; ma anche quello di riuscire a dare una rappresentanza concreta a tutti “gli indignados d’Italia”: a quella fetta cioè di elettorato non di destra che non riuscendo a sentirsi rappresentato dal centrosinistra spesso finisce per offrirsi a chi periodicamente riesce a dare meglio degli altri uno sfogo al famoso voto di protesta». [Claudio Cerasa, Il Foglio 6/9/2011] • Tra i primi a sinistra a lanciare l’allarme su Beppe Grillo con il libro La rivendicazione della politica (Fuorionda 2012): «Sta prendendo i voti nostri». Tra gli altri saggi pubblicati Nostalgia del Futuro (Marsilio 2009), Il manifesto del partito dei giovani (Melampo 2011).