Andrea Greco, la Repubblica, 24/2/2009, 24 febbraio 2009
GENERALI INCORPORA ALLEANZA E TORO
- MILANO - Anche Generali, come appena fatto da Eni e Italcementi, guarda al suo mare interno. E chiude in una settimana il cerchio delle indiscrezioni: convoca i cda straordinari e delibera la fusione per incorporazione di Alleanza, ma anche la successiva integrazione di questa con l´altra controllata Toro. Dall´unione delle due province del gruppo, nascerà un polo composito tra vita e danni padrone del 5% del mercato assicurativo italiano, con 3,3 milioni di clienti. Per la controllata quotata si profila il delisting, a una valutazione secca di cambio pari a 1 titolo Generali ogni 3 Alleanza, senza diritto di recesso che dia luogo a indennizzo in denaro. «Con l´operazione – ha detto il presidente del gruppo, Antoine Bernheim – Generali prosegue nell´obiettivo di costruire valore nell´interesse di tutti gli stakeholder».
Nascerà, quindi, una piccola Generali in scala, che sfrutterà la complementarietà delle due società: Alleanza forte nel vita e con una rete di dipendenti molto estesa nel Centro Sud; Toro prevalente nei danni e con 708 agenzie sul territorio, specie al Nord. Il riassetto avverrà con il conferimento delle attività assicurative di Alleanza e di Toro a una società veicolo interamente controllata da Trieste, e operativa nei due rami delle polizze. L´intento è di far vendere alla prima rete le polizze auto e rischi di Toro, e viceversa, e così raggiungere sinergie di ricavo pari a 100 milioni, più altri 60 di minori costi e 40 di benefici fiscali che portano a 200 milioni le sinergie lorde stimate. I manager triestini hanno scommesso, nel portare a compimento il riordino, che entro il 2012 un quarto dei clienti di Alleanza avranno contratto una polizza con marchio Toro. «L´operazione consente al gruppo di rafforzare ulteriormente il posizionamento competitivo nel mercato domestico – ha detto l´ad della holding, Giovanni Perissinotto – crediamo anche che queste siano tempistica e modalità ideali per raggiungere un assetto che, rispettando le specificità dei marchi e delle reti distributive, ci porterà benefici duraturi migliorando allo stesso tempo la struttura del nostro capitale». Generali, oltre a un accrescimento del 2% sull´embedded value per azione, stima infatti un miglioramento dell´indice di patrimonializzazione Solvency II di qualche punto percentuale.
Secondo il ruolino approvato ieri, i tre consigli di amministrazione coinvolti dovrebbero approvare le fusioni per marzo. In luglio è poi previsto il voto delle assemblee straordinarie degli azionisti, e a settembre, con gli atti di conferimento e fusione, Alleanza cesserà di essere quotata in Borsa. Per i suoi titoli il rapporto di cambio proposto rappresenta un premio del 6% sulla media degli ultimi tre mesi e del 13% rispetto ai sei mesi.
Nei consigli di ieri non si sarebbe parlato – almeno formalmente ”di Intesa Vita, la compartecipazione nella bancassurance con l´istituto milanese che è in crisi da due anni e va ridiscussa entro fine marzo. Uno degli effetti della mossa appena annunciata è che la quota del 50% nella joint-venture bancassicurativa finirà «nel pieno controllo» di Generali. Come anche il diritto di vendita di quel 50% a Intesa Sanpaolo, per un corrispettivo stimato in 700 milioni (circa 200 la plusvalenza). Finora il diritto lo aveva Alleanza. Secondo gli annunci, il cda triestino dovrebbe esaminare quel dossier nel consiglio del 20 marzo. Oggi si riuniscono gli organi sociali della banca guidata da Corrado Passera. Le trattative tra le parti proseguono, ma l´ipotesi di una rottura paiono sempre più concrete. E sarebbe una rottura rumorosa, visto che Generali ha il 5% di Intesa Sanpaolo, ufficialmente al servizio di quella collaborazione che rende ormai una manciata di milioni.