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 2009  febbraio 21 Sabato calendario

PIANO SEGRETO CONTRO IL RISCHIO-PAESE MA E’ SCONTRO TRA GERMANIA E EUROPA


Le previsioni per gli stati dell´Europa centro- orientale parte dell´Ue sono «buie» e tendono al «peggioramento».
Lo conferma la Banca mondiale nel giorno in cui in Lettonia cade il governo di centrodestra, travolto dalla crisi. E mentre da Berlino arrivano indiscrezioni da far tremare i polsi: la Germania si starebbe preparando al peggio lavorando ad un piano per salvare i paesi della zona euro che dovessero andare in default. Intenzione che, come sempre, dovrà essere adattata alle regole europee sugli aiuti, per alcuni fumo negli occhi e per altri pilastro della credibilità di Eurolandia in questi frangenti di crisi. A rivelarlo è stato ieri Der Spiegel nella sua edizione on-line.
Berlino sarebbe spaventata dall´idea che i paesi con alto debito pubblico di fronte alla recessione vadano verso il collasso finanziario. Uno scenario argentino all´interno della zona euro da evitare a tutti i costi per i suoi devastanti effetti collaterali.
Ecco perché, riporta lo Spiegel, la Germania starebbe pensando all´emissione di "obbligazioni bilaterali" destinate ad aiutare gli Stati sull´orlo dell´insolvenza. In pratica si ipotizza che un Paese solvibile si incarichi di rastrellare i fondi da girare al partner Ue in stato di bisogno. Una seconda alternativa prevederebbe l´emissione comune di bond da parte dei paesi dotati di forte liquidità. Ma allo studio ci sarebbe anche un pacchetto di salvataggio da parte dell´Ue con o senza l´aiuto dell´Fmi. Il ministero delle Finanze tedesco ha smentito la notizia, ma una conferma indiretta è arrivata da un portavoce del ministero degli Esteri, secondo il quale è partito un «processo di riflessione» sulla possibilità di aiutare i Paesi che dovessero trovarsi in stato di «insolvenza».
Ma simili salvataggi potrebbero scontrarsi con le regole europee.
Il capo economista della Bce, Juergen Stark, ha ricordato «il divieto per l´Ue ed i suoi Stati di garantire i debiti dei paesi partner, un importante fondamento per il funzionamento dell´Unione monetaria». Stark ha quindi bollato come irrealistico lo scenario secondo il quale l´eurozona possa andare in pezzi a causa delle difficoltà finanziarie di alcuni suoi membri come Italia, Irlanda o Grecia (quelli col debito più alto). Dal canto suo rispondendo ad una domanda su eventuali salvataggi, il commissario Ue agli affari economici, Joaquin Almunia, ha indicato che le capitali europee che «possono permetterselo» dovrebbero aumentare i contributi all´Fmi e alla Banca mondiale in modo da aumentare le loro capacità di prestito. Come dire, in caso di fibrillazioni si dovrebbe seguire lo schema usato con la Bulgaria, che prima di Natale è stata salvata da un prestito delle istituzioni internazionali.
Ed è proprio l´Est europeo ad essere diventato la nuova frontiera della crisi: l´ex motore della crescita continentale sta subendo gli effetti del tracollo dei mercati più delle altre regioni emergenti (Asia e Sud America) per colpa della recessione dei paesi vicini (stop a investimenti ed esportazioni). E di Europa orientale si parlerà tra due domeniche a Bruxelles, con i nuovi membri Ue che si riuniranno a poche ore dal vertice Ue convocato per fronteggiare la crisi.