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 2009  febbraio 23 Lunedì calendario

Dopo un mese alla Casa Bianca, mentre Barack Obama è ancora alla ricerca del tono giusto per parlare all´America e delle ricette per tirarla fuori dalla crisi economica, sua moglie Michelle sembra aver già trovato la sua dimensione

Dopo un mese alla Casa Bianca, mentre Barack Obama è ancora alla ricerca del tono giusto per parlare all´America e delle ricette per tirarla fuori dalla crisi economica, sua moglie Michelle sembra aver già trovato la sua dimensione. Ogni giorno visita scuole, consultori medici, associazioni di volontariato dei quartieri periferici di Washington, si sforza di continuare a fare la madre come ai tempi di Chicago e si è ripromessa di aprire la residenza presidenziale alla comunità. Così ieri pomeriggio, per preparare la cena ai governatori di tutti gli Stati, ha chiamato gli studenti della «Academie de la cuisine di Gaithersburg», in Maryland - considerata una delle migliori scuole di cucina e pasticceria d´America - e si è messa in cucina con loro e la chef presidenziale Cristeta Comerford. Tutti insieme hanno deciso il menù e una nota dell´ufficio stampa ha spiegato che così Michelle intende portare avanti «il suo sforzo di aprire la Casa Bianca ed è con questo spirito che ha invitato gli studenti, affinché possano imparare cosa succede nella residenza del presidente e come si prepara una cena di questo livello». L´idea fissa della first lady è di coinvolgere la comunità di Washington, dimostrare che il presidente e la sua famiglia non sono lontani dalla gente comune, che la Casa Bianca è un luogo di tutti i cittadini. Due settimane fa, parlando ad un gruppo di adolescenti che frequenta un dopo-scuola di una zona degradata dei sobborghi, ha spiegato la sua «missione» rispondendo ad un ragazzo che le aveva chiesto a bruciapelo: «Ma cosa sei venuta a fare qui?». «Questa è la parte migliore della mia giornata, dopo la cura delle mie figlie. Sono stata cresciuta - ha raccontato - nell´idea che quando ricevi devi essere capace di dare, che devi occuparti della tua comunità e questa è la mia comunità. Io ero come voi, non sono arrivata dove sono ora grazie alla ricchezza ed è importante per i giovani e i bambini, di comunità senza risorse come la vostra, incontrarmi: per vedere che non ci sono miracoli e che sulla mia testa e su quella di Barack non c´è una polverina magica. Eravamo bambini a cui è stato insegnato che bisogna lavorare duro e che il destino è nelle mani di ognuno di noi. Ogni giorno sento l´obbligo di condividere questa storia con ragazzi come voi». Ma non solo, anche per le sue bambine valgono ancora le vecchie regole e la routine di Chicago: alla Casa Bianca Malia (10 anni) e Sasha (7) vanno a letto alle 8 tutte le sere, si rifanno il letto ogni mattina prima di andare a scuola e devono mettere in ordine la stanza. « stata la prima cosa che ho detto allo staff della Casa Bianca appena siamo entrati: non rifate i letti alle bambine, lasciate che facciano tutto da sole», ha raccontato Michelle e, per cercare di tenere una normalità familiare, ha chiesto a Barack di cenare tutte le sere con loro, di controllare i compiti e metterle a letto. Lui si dice orgoglioso di aver letto loro ad alta voce tutti i sette volumi di Harry Potter e continua a non mancare a nessun appuntamento scolastico delle figlie: sabato pomeriggio il presidente e la first lady erano sulle gradinate della palestra di una scuola elementare del Maryland per una partita di basket. Ad applaudire i canestri della figlia Sasha, confusi in mezzo a tutti gli altri genitori.