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 2009  febbraio 23 Lunedì calendario

BOOM DEI GIOCHI, TRE ARTICOLI


Nel 2008 spesi 47,5 miliardi. Il settore è la quinta colonna del Fisco

DI STEFANO RIGHI
L’errore era sempre in agguato. Specie verso la fine, il tredicesimo pronostico. Confondere 1, X o 2 era un attimo. E quando era scritto, l’errore era definitivo: bisognava ricopiare. Un’opera lunga specie se si trattava di sistemi: tredici pronostici, otto colonne, tre copie, due per la scheda madre, una per la figlia, quella che poi si infilava nel portafoglio. In tutto erano 312 segni: 13 per otto per tre.
Giocare richiedeva disciplina, la compilazione della schedina era il rito laico del sabato sera. I più esperti conoscevano anche la mappa delle ricevitorie che chiudevano più tardi, in qualche città si arrivava alla domenica mattina.
Rivoluzioni
Poi, era la seconda metà degli anni Ottanta, la tecnologia digitale ha cambiato (anche) questo mondo. E il Totocalcio non è più rimasto solo. L’Enalotto, che del Totocalcio era il parente poverissimo, si è improvvisamente incarnato nel più straordinario e inarrivabile dei concorrenti, un «Super» concorrente che ha cambiato il mercato, annacquando anche la festa laica del 6 gennaio, la Lotteria Italia, la più ricca e attesa di un tempo.
La tecnologia ha cambiato i giochi. E gli italiani, che da sempre amano giocare, sono stati anche sollecitati dall’innovazione del settore. Prima l’elettronica, poi i giochi nuovi. Le scommesse. Il gioco
online . I grandi gruppi stranieri si sono tuffati a pesce sul mercato italiano e le aziende di casa hanno risposto rapidamente. Fino ad arrivare alle
slot machine e al poker, in un vortice di innovazione e di allargamento dell’offerta travolgente, con rischi crescenti di dipendenza.
Lo ha ben capito lo Stato italiano, che da un lato (e con i ritardi che ne contraddistinguono l’azione) ha combattuto il gioco illegale e dall’altro ha regolato l’offerta, non potendo arginarla.
Oggi il gioco, in tutte le sue varie forme, rappresenta il quinto contribuente alle casse pubbliche. Nel 2008 dai vari giochi lo Stato italiano ha ricavato 7.746 milioni di euro, una crescita del 7,7 per cento sull’anno precedente. Erano 3,5 miliardi nel 2003. Complessivamente gli italiani hanno speso 47,5 miliardi di euro. Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci e Lotterie sono tra i primissimi produttori di entrate erariali, ma il primato spetta alle macchinette, i cosiddetti apparecchi da intrattenimento. Sono ovunque, al bar, dal tabaccaio, al supermercato. Una crescita impetuosa dai 367 milioni di euro giocati nel 2003 ai 21,685 miliardi di euro dell’ultimo anno. Un exploit che si può giustificare con l’emersione del gioco abusivo, è chiaro, ma anche con l’aumento del numero dei giocatori e delle occasioni di gioco. una rivoluzione. Il gioco istantaneo e ubiquo, il sogno della vincita folgorante, sono i
trend attesi di maggior sviluppo. Così come il computer sempre più spesso sa trasformarsi in potenziale tavolo verde sul quale giocare (anche) a poker.
Le strategie
Di questo sembrano essere convinti anche i tre maggiori esponenti dei primi gruppi del settore in Italia. Emilio Petrone, amministratore delegato di Sisal, è certo che la crescita dei giochi online , in particolare del poker, non farà diminuire le giocate al Superena-lotto: «Poker online e Superenalotto possono convivere senza problemi. Si tratta di due tipologie di gioco diverse che non si influenzano a vicenda: il poker si basa sull’abilità, sulla competenza del giocatore, mentre il Superenalotto sulla fortuna. Il poker online
è una nuova opportunità di divertimento che crescerà di più: è una novità che parte da zero e piace a molti clienti, soprattutto giovani».
La conferma, implicita, viene dalla banca d’affari americana Goldman Sachs che in uno studio dedicato ai consumi al tempo della crisi (servizio a pagina 18), indica proprio le società attive nei giochi
online come alcune tra i potenziali beneficiari della crisi economica. «Stiamo cogliendo – conferma Renato Ascoli, direttore della divisione giochi e servizi di Lottomatica – tutte le opportunità offerte dall’ online e dalle scommesse sportive. Tra i settori ai quali guardiamo con maggior interesse c’è quello degli skill games e, in particolare, il poker
online . Anche qui intendiamo giocare il nostro ruolo di leader attraverso la forza del nostro marchio e la tecnologia che ci viene fornita da Boss Media, un’azienda leader mondiale nella fornitura di servizi interattivi, recentemente acquisita dalla nostra controllata GTech».
Online e estero sono le coordinate della strategia di Snai, che conta di aprire entro l’anno un centinaio di punti di accettazione nella zona di Madrid, dove le scommesse sportive sono appena diventate legali. Mentre in Italia «un segmento destinato a crescere nel 2009 è quello degli skill games – conferma Maurizio Ughi, amministratore delegato di Snai – : da gennaio offriamo tornei di poker online
(Texas Hold’em e Omaha) 24 ore al giorno, e abbiamo già avviato tornei di Burraco e Sudoku, per ora senza vincite in denaro. Abbiamo messo a disposizione del nostro cliente una piattaforma tecnologica realizzata da Playtech, uno dei principali operatori mondiali. Il progetto prevede l’aggiunta di altri giochi come Black Jack, Backgammon, Yahtzee, solitari di carte, poker con dadi e altri ancora».
Com’è lontano quel «13» al Totocalcio.

Grattando grattando il business cresce
Oltre 9 miliardi raccolti nel 2008 dalle lotterie istantanee, con un salto del 16%. E ora si aprono le porte di Internet

DI CORINNA DE CESARE
Facile, veloce con risultati immediati. Sta in questi tre ingredienti il successo del «Gratta e Vinci» sul quale nel 2008 gli italiani hanno puntato poco più di nove miliardi di euro (+16 per cento, dato che comprende anche le lotterie classiche).
Un boom se si pensa che nel 2004, quando la concessione per la gestione delle lotterie tradizionali e di quelle ad estrazione istantanea passò a Lottomatica, il «Gratta e Vinci» registrava una raccolta di 400 milioni di euro.
Con 9 miliardi questa formula di gioco si è classificata al secondo posto nella classifica della raccolta e ha garantito all’Erario un gettito di 1,6 miliardi di euro (+8,7 per cento rispetto al 2007).
Facile perché il sistema è rimasto invariato: basta leggere sul retro le due o tre righe del regolamento del gioco e poi grattare il biglietto con una moneta. Se hai vinto o se hai perso lo sai subito, velocemente e altrettanto velocemente si può riscuotere la vincita.
L’attimo fuggente
Il «Gratta e Vinci» fa parte della famiglia delle «lotterie istantanee», istituite dal 1994 dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, che volle introdurre giochi attraverso cui poter conoscere immediatamente il risultato e l’eventuale vincita. Le entrate erariali del gioco, in un primo tempo, erano stato finalizzate alla copertura di una serie di adeguamenti pensionistici per i quali allora non si trovava la copertura. Poi il business è cresciuto. Una caratteristica subito apprezzata dal grande pubblico dei giocatori, che ha trainato nel tempo le vendite di biglietti e fatto volare anche le vincite: il «Gratta e Vinci» è infatti uno dei giochi con il
pay out tra i più alti in assoluto. Cioè quanto, sul totale dei soldi raccolti, intasca il giocatore.
Si calcola che il 68 per cento della raccolta venga restituito in forma di vincite per una frequenza di una vittoria su 3,2 giocate. Nel 2008 grazie al gioco «MegaMiliardario », 97 persone sono diventate milionarie e 19 giocatori, con il «Colpo Vincente» addirittura plurimilionari (fonte Agipronews).
«La forza del "Gratta e Vinci" risiede nei suo valori: semplicità, immediatezza e divertimento un gioco simpatico e disimpegnato – spiega Marzia Mastrogiacomo, direttore del Consorzio Lotterie Nazionali che gestisce il Gratta e Vinci – la cui esperienza di gioco si abbina ad un’alta frequenza di vincita. Nel 2008 ha distribuito oltre 600 milioni di biglietti vincenti per un valore di oltre 6,2 miliardi di vincite».
Lo sbarco in Rete
Un altro fattore alla base del successo di questo gioco è la sua diffusione su scala nazionale. Tra edicole, tabaccai, punti Autogrill, la distribuzione dei biglietti ha raggiunto quota 50 mila punti vendita. E in alcune città cominciano a diffondersi in via sperimentale anche macchinette self service presso i punti vendita che distribuiscono i biglietti colorati.
La corsa al «Gratta e Vinci» ha da poco contagiato anche Internet dove la versione sul web ha chiuso il 2008 con una raccolta di 69 milioni di euro, con un incremento di oltre il 45 per cento rispetto al 2007. «Il mercato dei giochi
online sta vivendo un periodo di forte crescita – conferma Mastrogiacomo – e nel corso del 2009 anche il "Gratta e Vinci" continuerà ad avvicinare nuovi giocatori grazie ad una continua innovazione di portafoglio. Prevediamo undici nuovi lanci».
Gli investimenti non mancano: nel 2008, fanno sapere dal Consorzio Lotterie Nazionali, sono stati spesi circa 25 milioni di euro tra attività promozionali, investimenti pubblicitari e iniziative per lo sviluppo della rete di vendita. E il 2009 proseguirà in linea con gli anni precedenti perché i risultati, a guardar le cifre, sono incoraggianti: solo a gennaio, la famiglia delle lotterie (tradizionali e istantanee, tra cui il «Gratta e Vinci ») ha raccolto ben 925 milioni di euro (+13% rispetto allo stesso periodo del 2008), la cifra più alta dopo quella degli apparecchi da intrattenimento e divertimento (due miliardi). Secondo stime di Agipronews, agenzia di stampa specializzata nel mondo dei giochi e delle scommesse, nel 2009 la raccolta potrebbe raggiungere i 10/11 miliardi.
I falsi
Un boom che ha scatenato ormai da tempo il mercato illegale e truffaldino di biglietti fasulli: solo l’anno scorso la Guardia di Finanza ne ha ritirati tre milioni (tra Gratta e Vinci e lotterie), più del doppio rispetto all’anno precedente.
Il «Miliardario» da cinque euro è il biglietto più venduto sul mercato in assoluto, seguito dai «Portafortuna» e dal «Sette e Mezzo» da un euro. Poi c’è anche il biglietto da dieci euro «Megamiliardario » e l’ultimo lanciato, il «Prendi tutto», sta scalando la classifica dei più venduti del mese.


La seconda vita di Mister Jackpot
Semplificazioni, innovazione di prodotto, comunicazione hanno rilanciato il Superenalotto che ora vale 2,5 miliardi

DI PAOLA CARUSO
La crisi non cambia le abitudini di chi gioca al Superenalotto. La puntata più gettonata, in media, rimane invariata: 3 euro si spendevano prima dell’arrivo della recessione e tre euro si spendono oggi. Il costo è quello di una ricca colazione e tale da rendere il prodotto accessibile a tutti. E appetibile per il suo jackpot milionario.
Le prospettive
Ma come sta andando il business del Superenalotto e quali sono le previsioni 2009 per la società concessionaria? difficile fare una stima. Almeno secondo Emilio Petrone, amministratore delegato di Sisal che gestisce il gioco. Il top manager è ottimista, anche se si aspetta un calo di consumi e un incremento contenuto degli utili.
«Il 2009 può essere un altro anno di crescita per Sisal – spiega Petrone – nonostante le condizioni economiche generali ». Anche se sarà difficile replicare i risultati record dell’ultimo anno: 6,6 miliardi di euro il volume d’affari dell’impresa che comprende giochi (Tris, Totocalcio, slot machine, ecc.) e servizi (ricariche telefoniche, tv digitale, servizi finanziari e pagamenti).
Di questi, 2,5 miliardi di euro provengono soltanto dal Superenalotto che fa segnare una crescita della raccolta del 29% rispetto all’anno precedente, anche per merito della maxi- vincita di 100 milioni di euro, record per il concorso, registrata a Catania nell’estrazione del 23 ottobre.
«Il gioco, in generale, non aumenta nei periodi di crisi, come qualcuno pensa – afferma Petrone – piuttosto subisce il normale calo dei consumi, come avviene per tutti gli altri prodotti. Forse il gioco soffre meno di altri settori. Per noi questo è il momento giusto per innovare e proporre nuove soluzioni».
Le modifiche
Quando otto mesi fa (giugno 2008) Petrone ha preso in mano le redini dell’impresa, il Superenalotto andava male, la diminuzione delle giocate era a cifra doppia: -12% rispetto allo stesso periodo del bilancio precedente. Lui ha cambiato le regole del gioco, puntando su comunicazione e marketing.
L’effetto comunicazione sui consumatori è stato immediato: da agosto, da quando è partita la campagna pubblicitaria, il trend delle giocate si è invertito, da negativo a positivo.
«I cambiamenti sono stati fondamentali per far ripartire il gioco – afferma ”. Con la collaborazione dei Monopoli di Stato abbiamo potuto introdurre le vincite istantanee e abbiamo cambiato le regole del jackpot: adesso è sempre milionario, anche dopo una grossa vincita. In passato, invece, una vincita milionaria azzerava il jackpot».
Tra le novità l’ampliamento della rete commerciale (oltre 22 mila punti vendita) con l’apertura di corner nelle aree scoperte e la massiccia campagna di comunicazione per far conoscere e spiegare le modifiche del gioco.
La formula rinnovata piace perché offre maggiori chance: oggi il numero di schedine fortunate è di oltre 600 mila a settimana. La possibilità di portare a casa una piccola somma, magari facendo zero, ha avuto successo, richiamando agli sportelli i clienti sporadici, più attratti dai jackpot favolosi che dal gusto della scommessa.
«Dopo la vincita di Catania, nei mesi di ottobre e novembre, la puntata è rimasta invariata, sempre intorno ai tre euro, mentre è aumentato il numero di giocatori: oltre 5 milioni.
In quel periodo il numero dei clienti era già aumentato grazie alle innovazioni. Diciamo che i 100 milioni sono stati quel pizzico di fortuna in più che ha incrementato il business ».
State pensando a nuove soluzioni di gioco? «A gennaio abbiamo introdotto il Giocafacile, un metodo semplice e veloce per fare la puntata. Per il momento è partito bene: il numero di nuovi giocatori interessati è in linea con le nostre aspettative. Ma per avere i primi riscontri reali bisognerà aspettare qualche mese».