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 2009  febbraio 23 Lunedì calendario

BERNA - «L´onore perduto di Ubs», per citare il presidente della potentissima Associazione Svizzera dei Banchieri, Pierre Mirabaud, sta costando molto caro alla Svizzera e a quel che resta del suo segreto bancario

BERNA - «L´onore perduto di Ubs», per citare il presidente della potentissima Associazione Svizzera dei Banchieri, Pierre Mirabaud, sta costando molto caro alla Svizzera e a quel che resta del suo segreto bancario. Dopo gli Stati Uniti anche l´Unione europea, in particolare i suoi pesi massimi, Germania, Regno Unito e Francia, hanno, deciso di pigiare sul pedale dell´acceleratore, per ottenere, da Berna, maggiore collaborazione in tema di lotta all´evasione fiscale. «La Svizzera deve cambiare il suo vergognoso modo di fare, se vuole rimanere un membro a pieno titolo della comunità internazionale», hanno tuonato, all´unisono, il primo ministro britannico, Gordon Brown, ed il suo ministro delle Finanze, il Cancelliere dello Scacchiere, Alistair Darling. «Non possiamo più tollerare un segreto bancario che consente di occultare delle fortune senza pagare le imposte», ha dichiarato Darling al settimanale The Observer. Più o meno sulla stessa lunghezza d´onda di Gordon Brown e di Alistair Darling il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la cancelliera Angela Merkel che hanno preso di mira i paradisi fiscali pur senza menzionare la Svizzera. La quale non si considera un paradiso fiscale ma, intanto, si vede trattata alla stessa stregua di una piazza offshore caraibica. La strategia di Inglesi, Tedeschi e Francesi sembra modellata su quella degli Stati Uniti che, tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana, hanno inflitto un micidiale uno-due a Ubs e al segreto bancario elvetico. Prima il Dipartimento di Stato Usa ha ottenuto, dalla grande banca svizzera, i nominativi di 250 suoi clienti, coinvolti in pratiche di frode fiscale, lasciando intendere che, con quella lista, e con il pagamento di una multa di 780 milioni di dollari, Ubs poteva cavarsela. L´indomani, però, ammettendo la richiesta di un giudice della Florida, che di nomi ne voleva 52 mila, le autorità statunitensi hanno praticamente mandato al tappeto il colosso bancario, costretto ora ad una battaglia giudiziaria, dagli esiti imprevedibili. Il premier britannico, Gordon Brown, ha studiato la strategia americana, ha visto che funziona e, adesso, vuole capitalizzarla al massimo. Al più presto possibile, già entro il vertice del G20, previsto a Londra il 2 di aprile. In vista del quale, come ha rivelato il quotidiano londinese The Guardian, Brown sta approntando una vera e propria «offensiva contro le oasi fiscali». A Londra la Svizzera ci terrebbe ad esserci ma nessun suo rappresentante è stato invitato. «Ci è stato comunicato che non figuriamo sulla lista dei partecipanti», ha ammesso, ieri, il portavoce del Dipartimento Federale delle Finanze, Roland Meier.