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 2009  febbraio 20 Venerdì calendario

QUEI DATI SULL’EVASIONE FISCALE CHE HANNO INNERVOSITO LE ENTRATE


Il Dipartimento Finanze avrebbe tracciato un quadro fosco senza riconoscere i sacrifici dell’Agenzia

L’incontro, ufficialmente, è stato definito «di cortesia». Un’occasione come tante in cui il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, viene ricevuto dai vertici dell’amministrazione finanziaria. Ma ieri, quando il titolare del dicastero di via XX Settembre si è visto con i direttori centrali dall’Agenzia delle entrate, guidata da Attilio Befera, un piccolo caso è esploso. Per carità, niente che abbia impegnato i temi principali di discussione. A margine, però, qualche mal di pancia si è registrato. E ha riguardato l’audizione in commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria che il giorno prima aveva visto protagonista il capo del Dipartimento per le finanze, Fabrizia Lapecorella. La quale ha snocciolato dati sull’evasione fiscale, stimata in 200 miliardi di euro, e sui volumi dell’economia sommersa, tra i 230 e i 250 miliardi. Un’analisi che ha fatto storcere un po’ il naso alle alte sfere dell’Agenzia delle entrate.
Il ragionamento dei vertici dell’amministrazione fiscale, con domanda retorica incorporata, in buona sostanza è stato questo: possibile che il Dipartimento delle finanze abbia fornito dati così allarmistici sull’evasione senza citare minimamente l’azione di contrasto che l’Agenzia sta mettendo in campo? Tanto più nel giorno che precedeva l’appuntamento tra Tremonti e gli uomini di punta dell’amministrazione finanziaria. Senza contare che la Lapecorella ha anche fatto capire che alcuni strumenti utilizzati per la lotta ai furbetti del fisco non sono proprio adeguati. Sensazione che si è avuta quando il capo del Dpf, davanti a deputati e senatori, ha detto che sarebbe indispensabile un aggiornamento del redditometro e una maggiore integrazione delle banche dati oggi disponibili. Intendiamoci, non che sia contestabile il fatto che ogni strumento di lotta all’evasione possa essere ulteriormente migliorato.

Il punto è che dalle parole dell’alto funzionario ministeriale, magari, all’Agenzia delle entrate si sarebbero aspettati un riferimento ai sacrifici che gli uomini del Fisco stanno facendo sul fronte del contrasto all’evasione. E invece niente.

Insomma, la critica principale è che dall’audizione è emerso un quadro un po’ troppo «disfattista». E di questo, alla vigilia di un incontro importante con Tremonti, si sarebbe fatto volentieri a meno. Il disagio, sempre nella giornata di ieri, è stato avvertito anche al Dipartimento delle finanze.

Vedere come alcuni giornali hanno messo in risalto i dati emersi dall’audizione, infatti, ha destato più di qualche preoccupazione nei dirigenti del Dpf. Un po’ come se al dipartimento guidato dalla Lapecorella avessero avuto la sensazione di aver fatto cosa non molto gradita all’Agenzia delle entrate e, tramite questa, magari allo stesso ministro dell’economia. Fatto sta che la «frittata», se così può essere definita, ormai è fatta.