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 2009  febbraio 23 Lunedì calendario

Maurizio Molinari per "La Stampa" Meno fondi per la guerra in Iraq e più tasse per i ricchi. E’ l’impostazione del bilancio federale che il presidente americano Barack Obama discuterà oggi alla Casa Bianca in un summit sul «rigore fiscale» per poi presentare la bozza del testo finale giovedì al Congresso, dando inizio ad uno scontro in aula che si annuncia rovente

Maurizio Molinari per "La Stampa" Meno fondi per la guerra in Iraq e più tasse per i ricchi. E’ l’impostazione del bilancio federale che il presidente americano Barack Obama discuterà oggi alla Casa Bianca in un summit sul «rigore fiscale» per poi presentare la bozza del testo finale giovedì al Congresso, dando inizio ad uno scontro in aula che si annuncia rovente. Il taglio dei fondi per le operazioni in Iraq e l’abolizione dei tagli fiscali varati dall’amministrazione Bush per chi guadagna oltre 250 mila dollari l’anno mirano a compiere nel 2010 il primo passo verso il dimezzamento del deficit pubblico: se Obama lo ha ricevuto a quota 1,3 trilioni di dollari punta a ridurlo a 533 milioni entro la fine del suo mandato, nel 2013. Saranno «decisioni forti», preannuncia la Casa Bianca, precisando che il presidente le discuterà «con 130 esperti nel summit sul rigore fiscale». Fra gli invitati vi sono 50 senatori e deputati di entrambi i partiti perché il presidente vuole provare a costruire un sostegno bipartisan a Capitol Hill in vista della battaglia sull’approvazione del bilancio. Ma i repubblicani si preparano ad uno scontro molto duro. Mitch McConnell, leader della minoranza al Senato, ha definito l’aumento delle tasse una «pessima idea» perché «la realtà è che quando si tassa chi ha redditi superiori a 250 mila dollari si colpiscono non i super-ricchi quanto le piccole e medie aziende». Per Haley Barbour, governatore del Mississippi, «non c’è un singolo economista in America secondo il quale per creare posti di lavoro bisogna aumentare le imposte». «Se avremo il deficit la responsabilità non sarà degli americani che lavorano duro ma dello stimolo economico varato dal governo che legittima un incredibile livello di spesa pubblica» ha aggiunto McConnell. A rispondere per i democratici è stato Ed Rendell, governatore della Pennsylvania: «Sono gli stessi argomenti con cui i repubblicani contestarono Bill Clinton quando aumentò le imposte al 2% di americani ma grazie a quella decisione creammo 24 milioni di posti di lavoro». L’altro tema sul quale l’opposizione si prepara al confronto sono i fondi alla Difesa che registreranno la prima diminuzione dall’11 settembre 2001. Le voci del bilancio del Pentagono sveleranno, fra l’altro, la scelta fatta dal governo sul progetto degli elicotteri angloitaliani per il presidente. Al fine di scompaginare i piani dell’opposizione Obama punta a far leva sulle divisioni fra i governatori repubblicani su come gestire i fondi assegnati dalla legge sugli stimoli all’economia. Se da un lato i governatori di Mississippi, South Carolina e Louisiana fanno sapere che rifiuteranno i fondi perché «si propongono di creare posti di lavoro imponendo tasse» sul fronte opposto c’è Arnold Schwarzenegger. Anche Tim Pawlenty, governatore del Minnesota, si dice pronto a «prendere i fondi» perché «sono soldi nostri che abbiamo versato al governo centrale ed ora ci viene restituito».