Wall Street Journal, 20 febbraio 2009, 20 febbraio 2009
L’industria statunitense dell’acciaio sta facendo pressione sul governo per ottenere un rialzo delle tariffe sulle importazioni
L’industria statunitense dell’acciaio sta facendo pressione sul governo per ottenere un rialzo delle tariffe sulle importazioni. U.S. Steel, Nucor, Ak Steel, i tre maggiori gruppi del metallo americano, vogliono evitare rivali stranieri per spartirsi i 100 miliardi di dollari di mercato dell’acciaio non protetto dalle misure del Buy American. Le aziende dicono che altrimenti non sopravivranno a questa crisi, che ha messo sull’orlo del baratro l’industria dell’auto, il maggior loro cliente. Il programma di economia ”autarchica” incluso nel pacchetto di stimolo approvato da Obama vieta di siglare contratti di fornitura d’acciaio per il settore pubblico con compagnie cinesi, russe, indiane o brasiliane (quattro grandi esportatori di acciaio). In questo modo alle aziende statunitensi è assicurato almeno il 25% dei nuovi ordini di acciaio per i prossimi due anni, ma i rivali stranieri ”stanno raddoppiando gli sforzi per prendersi il resto” spiega l’associazione dell’industria. Ma il Wto permette di creare dazi o alzare le tariffe doganali solo se si può dimostrare che una nazione sta facendo della concorrenza sleale e che questo danneggia le vendite delle imprese nazionali. Dato che l’industria dell’acciaio americana ha segnato alti profitti a fine 2008 le sarà molto difficile ottenere un aiuto. Anche se l’aggressività cinese non è una loro invenzione, dato che in dicembre l’acciaio statunitense ha visto le sue vendite calare del 46%, mentre le importazioni dalla Cina sono salite del 79%.