Armando Trovajoli, Il messaggero 19/2/2009, 19 febbraio 2009
SANREMO, BOOM DEGLI ASCOLTI
Sanremo è stato un mio peccato di gioventù. Nei primi anni Cinquanta quando si faceva musica sentimentale e forse un pò melensa, con le mamme che piangevano per "Vecchi scarponi" o colombe in volo e altre cose del genere, io dirigevo l’orchestra (un’orchestra d’archi) perché ero scritturato dalla Rai e dovevo rispettare un contratto. Ho comunque avuto il piacere di dirigere, tra gli altri, Teddy Reno, Flo Sandon’s, Natalino Otto, Giorgio Consolini, Katyna Ranieri.
Ma, appunto, era musica che non rientrava nel mio gusto. Insomma: mi sentivo un po’ come un pesce fuor d’acqua.
Poi, nel ’58, arrivò il grandissimo "Mimmo" Modugno. E, spaccò tutto, come un rinoceronte in un negozio di cristallerie: Nel blu dipinto di blu, o come dicono tutti, "Volare". Un terremoto. Il giorno dopo l’Italia si svegliò con la sensazione che si fosse voltata pagina. A Sanremo avevo già smesso di dirigere, ma di quell’epoca e degli anni immediatamente successivi, ricordo cose restate nella mia memoria come piccoli fari. Ad esempio un giovanissimo Lucio Dalla con 4 marzo 1943, la canzone che parlava di un Gesù Bambino. E ricordo che fu ignorato, forse ingiustamente, Adriano Celentano, prima con Ventiquattromila baci poi con Il ragazzo della via Gluck.
E come dimenticare Le mille bolle blu di Mina? Una cosa strana ma dirompente. Che meraviglia che Mina sia stata invitata ad aprire il festival di quest’anno con la registrazione di Nessun dorma dalla Turandot di Puccini, con l’orchestrazione di quel padreterno che è Gianni Ferrio. In seguito mi hanno chiesto, ma tanti anni fa, quando non avevo ancora la barba, di scrivere qualcosa. Ho preferito non accettare, ma non per superbia: semplicemente, sentivo che non era il mio mondo.
Poi, il buio. Che per me si è diradato due anni fa, quando per una vecchia amicizia sono stato trascinato da Pippo Baudo a Sanremo per ricevere il premio della Società italiana autori e editori. Ho anche suonato, spero bene. Dopodiché, canfessò di non averlo seguito più. Ho fatto un’eccezione l’altra sera giusto per la sigla di Mina, siccome conosco la bravura di lei e di Gianni. Poi però ho spento. Mi bastano quelle piccole luci di tanti anni fa per conservare del festival un ricordo gradevole.