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 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

«NUDA SUL SET? CINQUE MINUTI DI IMABARAZZO. E LA VITA VA ALTROVE»


La diresse Gabriele Muccino (nello spot di "Quattro salti in padella"), ma è Fausto Brizzi, con Notte prima degli esami - Oggi, che le ha dato la popolarità. Poi Muccino, quello junior, l’ha messa in guépière in Parlami d’amore, scoprendone il lato sexy. «Era il primo ciak Mi hadetto: "Stai tranquilla, recita come se fossi in tuta". L’imbarazzo di stare nuda sul set? Dura cinque minuti, il tenipo di concentrarmi su quello che succede al personaggio».
Parola di Carolina Crescentini, 28 anni, "Uma Thurman" del cinema italiano che vedremo presto in Duepartite, di Enzo Monteleone (il 6 marzo) e Generazione mille euro, dì Massimo Venier (a fine aprile). Nel primo film ci sono due generazioni di donne a confronto, madri e figlie. Parlare della sua, di mamma, è quindi inevitabile: «Siamo distanti anni luce, lei si è sposata a 19 anni, a 28 aveva già due figli. Per la sua generazione sposarsi era un modo di trovare l’indipendenza, noi la troviamo prima, ma questo non significa che mi senta una donna, sono ancora nella fase delle stupidaggini. Stare nuda sul set è solo una maschera. Avere il coraggio di fare figli alla mia età, senza la paranoia di perdere la giovinezza: quella è vera emancipazione. Abbiamo così tanti strati di protezione, oggi, che relazionarsi è difficilissimo».
Però lei convive da tre anni con Davide, deejay, e la coppia pare solida. «Io sono il risultato delle storie che ho avuto. Ogni incontro produce crisi dentro di noi, rimette tutto in discussione, toglie paletti, sicurezze, e non si può recitare... Il "tua per sempre"? Una falsa certezza che si cerca per rassicurarsi».
Giura di non avere la percezione di quanto la bellezza e la carica erotica rappresentino un potere nei confronti del maschio. «Vengo da un altro pianeta, in questo senso. Quando mi rivedo in un film resto impressionata dalla sensualità di certe scene, che magari sul set ho girato tra le risate». Per imbarazzo, anche: «Sono stata diretta da registi giovani, come Silvio, e maturi, come Montaldo, ed è un po’come avere una storia d’amore con uno più grande piuttosto che con un ragazzo della tua età. L’uomo maturo mi insegna a diventare donna, mi dà sicurezza per il solo fatto di scegliermi; certo, c’è un po’di sudditanza. Con un coetaneo ci si stringe la mano e si procede insieme, e anche girare un film diventa una situazione più elettrica, piena di rischi. Con il regista, comunque, è un rapporto di testa: lui è il guru e tu sei impegnata a trasformare in realtà quello che lui ha fantasticato su di te...».
Recitare l’aiuta a vivere. «Se devo affrontare un problema di Carolina, incontro mille barriere, ma se lo faccio con quello di un mio personaggio è più facile: poi magari riconosco di avere lo stesso problema, ma succede a fine film».

SESSO, AMORE E IL RESTO. «Non ci ho capito molto, ma so che se sono rilassata c’è tutto: emozione, desiderio, farfalle nello stomaco. Quando sei tesa, invece, non ci sono né sesso né amore». In Parlami d’amore ha interpretato un triangolo, esperienza provata anche nella vita. «C’è voluto un anno di pianti, per uscirne. Non permetterò più a nessuno di trattarmi così. Oggi non arrivo neanche al punto di essere gelosa...».
I maschi hollywoodiani con cui lavorerebbe sono Clooney, Penn, Benicio del Toro, Ed Northon. Jude Law la imbarazza perché è troppo bello. Sul set, accetterebbe anche una storia d’amore con una donna. «E’ un universo che non conosco, mi intriga il fatto di scoprire qualcosa di nuovo. E poi vorrei insegnare alla casalinga di Voghera che parlando d’amore i pregiudizi vanno messi da parte». Baciare una donna? «E’ successo una volta, a scuola di recitazione. E posso dire che il bacio è sempre lo stesso ... ».