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 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

PLATINI CONTRO IL CALCIO BUSINESS "BASTA COL TRAFFICO DI MINORI"


E´un Michel Platini risoluto e ispirato, quello che va in audizione al Parlamento europeo, a Bruxelles, per chiedere che il calcio non sia trattato come una merce qualsiasi, per pretenderne la specificità. «Il calcio supera i confini, il calcio appiattisce le differenze, il calcio scioglie le passioni. Il calcio, lo sport che mi ha portato dove sono oggi e mi ha dato le più grandi emozioni della mia vita, sia positive che negative, è in pericolo. I valori che il calcio rappresenta sono in pericolo». Si riferisce molto al denaro, Michel Platini, quando parla di "pericolo". E lo fa da un paio d´anni, da quando è presidente dell´Uefa. salito a Bruxelles, dopo lunga preparazione diplomatica, per contrastare l´atteggiamento dell´Unione europea che tratta il calcio solo come un affare, un commercio, un business: «C´è ancora una tendenza un po´ perversa tra le istituzioni europee che nega l´unità della piramide del calcio e tende a isolare il calcio professionistico. Noi rifiutiamo categoricamente di essere trattenuti con una camicia di forza in un modello precostituito che considera lo sport ad alto livello come una pura attività economica».
Il sistema calcio, lo raccontano innanzitutto i campionati inglesi e spagnoli, traino dell´intero movimento europeo, «nel medio periodo rischia di implodere». E allora Platini annuncia che l´Uefa interverrà direttamente per aiutare i club nel contenimento dei bilanci, la riduzione dei loro debiti: «Dopo aver consultato le società europee e spronati dai resoconti di questo Parlamento, stiamo pensando di limitare le spese dei club per i loro staff, gli stipendi e i costi dei trasferimenti fino a una percentuale legata ai loro ricavi sportivi indiretti». Un tetto di spesa collegato agli introiti, ecco. «Non imporremo diktat, ma non fermateci, sulla base di una legislazione non appropriata, mentre cerchiamo di trovare un fair play finanziario, mentre cerchiamo di creare meccanismi che favoriscano l´integrità delle nostre competizioni e più trasparenza nella gestione dei nostri affari. Club, giocatori e federazioni nazionali sono tutti d´accordo». Anche sulla riforma della Champions League, intende.
Due punti stanno a cuore a Platini, e a Bruxelles li espone con passione. Primo: no alla tecnologia nel calcio, meglio due arbitri in più a controllare le aree. «Due arbitri in più avrebbero visto il gol di mano di Adriano nel derby di Milano e toglierebbero di mezzo l´80 per cento degli errori che oggi si vedono». Secondo: no al calciomercato dei minorenni, «questione sulla quale ho riflettuto molto». Oggi la libera circolazione dei lavoratori, in Europa, è fissata ai 16 anni, «ma io credo che bisognerebbe vietare le operazioni di mercato internazionali per i giocatori con meno di 18 anni». Dettaglia Platini: «Tutti siamo sconvolti quando scopriamo che bambini sono impiegati nelle fabbriche che producono i palloni, ma quando un programma televisivo mostra giovani giocatori brasiliani di nove anni e racconta che grandi club europei sono pronti a ingaggiarli nessuno sembra indignarsi. Questo è traffico di minori». In conclusione, «il calcio rimane uno sport meraviglioso, ma se vogliamo che tutto rimanga inalterato tutto deve cambiare. Se vogliamo evitare che il calcio perda la sua anima e venga distrutto dal suo interno, dobbiamo prendere l´iniziativa e cambiare radicalmente comportamenti e regole. Farò tutto il possibile affinché questo possa accadere».