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 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

E non ci può essere Benigni tutte le sere. E L’ABBAGNATOi, POVERINA, non fa Festival. AGGIUNGERE LA CONTROPROGRAMMAZONE MEDIASET (’AMICI” E IL MILAN) E BONOLIS SI DEVE ACCONTENTARE: 12 MLN (41,60%) (PRIMA PARTE) E 7 MLN (44,78%) A SEGUIRE…

E non ci può essere Benigni tutte le sere. E L’ABBAGNATOi, POVERINA, non fa Festival. AGGIUNGERE LA CONTROPROGRAMMAZONE MEDIASET (’AMICI” E IL MILAN) E BONOLIS SI DEVE ACCONTENTARE: 12 MLN (41,60%) (PRIMA PARTE) E 7 MLN (44,78%) A SEGUIRE…. DAGO-REPORT Con il lungo e pirotecnico monologo di Roberto Benigni, la prima sera del ”Pestival’ di Bonolis ha ottenuto 14.173.000 spettatori nella prima parte (47,11% di share) e 6.654.000 nella seconda (49,51%) con una media ponderata totale di 10.114.000 e del 47,93%. ABBAGNATO Ieri, senza Benigni, e con una contro-programmazione puntuta di Mediaset, ha raggranellato invece 12 milioni e 393 mila spettatori per il 41,60% di share (la prima parte), la seconda 7 milioni 33 mila col 44,78%: Il biscione ha squadernato due assi: "Amici" di Maria La Sanguinaria che si sono portati a casa il ragguardevole 18,79% con 4 miloni e 234 mila utenti e, su Rete 4, ha fatto bingo la partita Werder Brema-Milan: 13,88% per 4 milioni 211 mila pallonari attaccati al video di Emilio Fede fino alle 22 e 30. 2 - SERATA ABBAGNATO MARIA Alessandra Comazzi per La Stampa E’ bravo, Bonolis. E non ci può essere Benigni tutte le sere. E Benigni, com’è giusto, non fa un Festival. Così, per iniziare, la prende alta, il conduttore: l’universalità della musica è il messaggio, il mezzo è Sanremo. E, calma: non sono solo canzonette. Amadeus, il film, Mozart che detta il Requiem a Salieri, secondo l’interpretazione di Tom Hulce e Murray Abraham per Milos Forman, che ieri compiva 77 anni, tanti auguri. Ed ecco un brano del Requiem mixato dal coro Jubilate con i Pink Floyd, Another Brick in the Wall. ABBAGNATO Con questo mistico afflato, si è aperta la seconda serata della rassegna. E Bonolis ha ricordato che è pure l’anniversario della caduta del Muro di Berlino: «Mozart sarebbe stato lì a tirarlo giù», svela al pubblico, ma l’ipotesi è perlomeno incauta. Subito dopo, si esibisce in una difesa della canzone di Iva Zanicchi para-eliminata: se un uomo a 70 anni può desiderare una donna giovane, non si capisce perché non possa capitare il reciproco. Enunciato condivisibile al di là di ogni ragionevole dubbio. Nonostante, diciamola tutta, le parole del nostro beneamato premio Oscar. Ah, già, c’era l’ironia. L’ironia salva sempre ogni affermazione dubbia. I trecento giurati, «come alle Termopili», sono in sala, vocianti e festanti, per assicurare imparzialità di giudizio. Visto che persino lui, Bonolis, il primo responsabile, si rende conto che le puntate, oltre che troppe, sono troppo lunghe. Quattro ore stroncano le migliori resistenze. Basterebbe che le accorciasse, lui che è il direttore artistico. Ma così non si arriverebbe a quello share del 60 per cento abbondante dell’una e mezzo di notte. Quello che fa gongolare i pubblicitari. Pare scomparsa la bella afasica Alessia Piovan, la morta Ragazza del lago: anche Kevin Costner, d’altronde, cominciò la sua carriera facendo il morto nel Grande freddo. Arriva Eleonora Abbagnato (che Laurenti chiama familiarmente «Abbagnale»), étoile dell’opera di Parigi luccicante come un cioccolatino, poi in smoking, elegante e soi-disante «première danseuse: ma mi manca tanto la Sicilia». Invita Bonolis a mettersi il sospensorio («qui c’è posto per quattro») e le scarpe con le punte. NICOLAI DI BATTISTA In compenso, lei introduce niente meno che Albano e altre prime firme. Impappinandosi, deve essere osticissimo leggere il gobbo dell’Ariston. Mentre il Bravo Presentatore ringrazia Del Noce in prima fila che «dopo mezzora non ha ancora scritto nemmeno un sms, si vede che comincia a interessarsi». E il Festival si dipana secondo ampie trame: andante, largo. Si riascoltano le canzoni, il direttore artistico le introduce brevemente ed efficacemente, ci sono altri tre interpreti eliminati che si potranno ripescare con il televoto, con Luca Laurenti fa i siparietti comici (troppo lunghi), compresa la classifica mutuata dal senso della vita: i cinque buoni motivi per cantare. Si inanellano gli ospiti. Perché si lustrino gli occhi le ragazze, scende la perigliosa scala dell’Ariston il bel Nir Lavi; Claudio Santamaria con Stefano Accorsi e la Pfm rendono omaggio a Fabrizio De André con Bocca di rosa e Il pescatore. E se martedì lo stesso conduttore ha letto una poesia di Alda Merini dedicata al Festival, ieri Alessandro Haber ha proposto un brano di Paolo Giordano, che tra un numero primo e l’altro non dimentica l’italica rassegna. ABBAGNATO-BONOLIS Per non farsi mancare niente, ecco l’impegno sociale. Il collegamento con il presidente dell’Assemblea generale delle nazioni unite all’Onu, Miguel D’Escoto, la prima sera. Ieri si è invece lanciata la campagna One di Bono («abbiamo un cognome simile, lui è nominativo, io genitivo») contro la povertà nel mondo, con tante belle persone che avercele, lì a cantare, Pausini, e Jovanotti, e Bocelli. Infine: l’inglese maccheronico di Bonolis. Lo spettatore si chiede: lui, che ha avuto una moglie americana, lo parla così per ispirarci la sindrome «fenomenologia di Mike Bongiorno» (identificazione/comprensione) o perché davvero il suo cat è in permanenza on the table? [19-02-2009]