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 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

2 - ARPE, NUOVO PROFILO: UNA BANCA

La notizia è arrivata questa mattina prima dell’apertura della Borsa: Matteuccio Arpe ritorna a fare il banchiere e con la sua boutique finanziaria Sator acquista la maggioranza di Banca Profilo, un piccolo istituto che nel 2008 ha perso 74 milioni di euro.
Per il giovane rothweiler della finanza che all’inizio del 2007 ha rotto clamorosamente il sodalizio con Cesarone Geronzi, la banca è come la musica per Iva Zanicchi. La differenza profonda tra Matteuccio e la cantante emiliana estromessa dal Festival di Sanremo, è nell’età e nel carattere perché Arpe è un bocconiano che con freddezza matematica è capace di fare qualche scenata, ma poi si ritira in silenzio e va avanti come un bulldozer.
Matteo Arpe

Quando nel novembre 2007 ha fondato la società Sator specializzata in private equity e asset management, si è capito benissimo che quella era soltanto un parcheggio provvisorio in vista di nuove avventure. Dopo la rottura con Cesarone Geronzi il mondo delle grandi banche ha alzato enormi cavalli di frisia per impedirgli di muoversi.

Adesso ritorna al suo antico mestiere che ha appreso alla corte di Cuccia dove ha lavorato dall’87 al 2000 fino a ricoprire il ruolo di direttore centrale della finanza straordinaria.
Nel panorama finanziario Banca Profilo è una piccola realtà che al settembre dell’anno scorso aveva un patrimonio netto consolidato di 98,8 milioni, un capitale di 66,2 e una raccolta di 1.840 milioni. Che le cose non andassero bene dentro questa banca si era capito a metà dell’anno scorso quando il patto parasociale tra i soci che controllavano il 30,8% del capitale non era stato rinnovato. A quell’epoca il presidente Sandro Capotosti (titolare del 24,3% del capitale) e i vicepresidenti Marco Manara e Arnaldo Grimaldi (con quote del 3,6 e del 2,9) hanno separato i loro destini mentre il titolo in Borsa precipitava a rotta di collo.

L’accordo annunciato oggi prevede un aumento di capitale per un importo fino a 110 milioni di euro che consentirà alla Sator di Matteuccio di detenere una partecipazione pari al 51%. L’aspetto positivo dell’operazione - così recita il tortuoso comunicato di stamane - è rappresentato dall’intenzione di focalizzare l’attività di private banking che Arpe potrà dispiegare non avendo sofferenze in portafoglio provocate da titoli tossici.
E con l’ugola del giovane cantante Matteuccio e i suoi collaboratori di Sator possono urlare: "finalmente abbiamo una banca!".