Dagospia, 19/2/2009, 19 febbraio 2009
1 - E DE BENEDETTI NON SA COME USCIR FUORI DALLE SUE FINTE DIMISSIONI (FIGLI CONTRO DISUNITI)
Carletto De Benedetti soffre la solitudine dei numeri primi.
Nei soggiorni che alterna tra la villa nel Monferrato e quella in Svizzera ripassa la storia dell’ultimo anno in cui ha visto squagliarsi tra le mani il progetto politico del Partito Democratico e del suo leader lacrimevole WalterEgo Veltroni. L’Ingegnere è troppo astuto per non aver capito sin dall’inizio che l’avventura del piccolo Obama del Campidoglio sarebbe affogata in un fraseggio post-kennediano privo di consistenza politica. Ad accentuare il malessere di queste ore si è aggiunta la débacle di Renato Soru, l’altero governatore sardo che è stato baciato da Eugenio Scalfari e da "Repubblica" con i risultati che sempre si ripetono quando questo avviene.
La solitudine del 75enne Ingegnere è accentuata dalla telenovela di famiglia che è scoppiata all’indomani del suo passo indietro dalle cariche del Gruppo ad eccezione della presidenza di "Espresso-Repubblica". Per i Buddenbrook di Milano non è arrivato ancora il momento della tregua, anzi sembra che addirittura i due rampolli Rodolfo e Marco non si parlino più tra di loro e che la stessa cosa avvenga tra le rispettive mogli.
Secondo quanto sussurrano le "sciure" che passeggiano in via Montenapoleone, Marco accusa il fratello di averlo usato come una specie di ariete verso il padre e di averne poi raccolto i vantaggi mediatici con i quali il suo ruolo industriale è stato esaltato mettendo in ombra il profilo del fratello.
Rodolfo De Benedetti
Rodolfo - sono sempre le signore milanesi a parlare - non avrebbe speso una parola per il fratello Marco e nemmeno gli avrebbe fatto la proposta di guidare una società qualsiasi dell’impero che papà Carletto ha costruito in questi anni (senza peraltro fargli mai toccare palla).
Ma il vero braccio di ferro in corso è quello tra l’Ingegnere-editore e il figlio Rodolfo-industriale. Secondo le indiscrezioni che trapelano dal quartier generale di via Ciovassino, De Benedetti padre avrebbe fatto sapere al figlio di aspettarsi una dichiarazione d’amore del tipo: "papà, resta presidente del Gruppo!". Questo messaggio non arriva e Carletto sembra in difficoltà per uscire anche dal pasticcio delle finte dimissioni al Gruppo "Espresso-Repubblica" dove finora è andata a vuoto la ricerca del "presidente di garanzia", quell’uomo super partes che dovrebbe mettere a tacere i timori dei figli e delle centinaia di giornalisti che tremano per le loro poltrone ma senza disporre di poteri.
A quanto si dice Rodolfo continua a insistere nella sua idea di separare nettamente i destini in nome della "creazione di valore". Se non ci sarà ricomposizione a papà Carletto non resterà che ritirarsi nelle sue ville perdendo la casa di Milano, l’aereo aziendale e gli altri benefits che gli erano concessi come presidente di Cofide.
Un danno minimo rispetto a quello morale e politico che ha subito nelle ultime settimane.