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 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

TRA LE DUE SPONDE DEL TEVERE DIALOGO "CORDIALE E COSTRUTTIVO" - N

on mancava quasi nessuno. Dal presidente della Repubblica al Segretario di Stato vaticano, dal presidente del Consiglio, con buona parte del Governo al seguito, al presidente della Conferenza episcopale italiana, e a un gran numero di cardinali, arcivescovi e vescovi.
Con larghi sorrisi e fitte conversazioni a prolungare la cordialità dei colloqui ufficiali che, a porte chiuse, avevano dato il ’la’ alla serata, quando ancora i cancelli dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede erano sbarrati per tutti gli altri invitati, ammessi solo a partire dalle 18. il clima che si respirava ieri sera nei saloni di Palazzo Borromeo, nel tradizionale ricevimento che, ogni anno, offre una preziosa occasione d’incontro alle delegazioni italiana e vaticana, nell’anniversario della firma dei Patti Lateranensi. Ricorrenza particolarmente solenne in questo 2009, che celebra gli 80 anni dei Patti e i 25 degli Accordi di revisione, e che una volta di più ha consentito alle parti, in un’atmosfera definita «molto cordiale e costruttiva», di verificare lo stato delle relazioni tra Italia e Santa Sede affrontando ad agenda completamente ’aperta’, ossia senza temi prefissati, le questioni di interesse comune: dal Concordato, ovviamente – «un testo ancora attuale e importante» e che «contiene grandi potenzialità», l’ha definito Napolitano» – alla crisi economica, dal G8 ai grandi temi di politica, fino alle questioni dell’educazione e della scuola.
Gli arrivi alla sede dell’Ambasciata d’Italia presso la santa Sede sono iniziati pochi minuti dopo le 17, in un piazzale delle Belle Arti blindatissimo e chiuso al traffico già dal primo pomeriggio. Col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano c’erano il presidente del Senato Renato Schifani, e quello della Camera Gianfranco Fini, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, con i sottosegretari alla Presidenza Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, il ministro delle Politiche europee Andrea Ronchi, il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica e il segretario generale Mauro Masi.
Poco più tardi sono arrivati anche i ministri dell’Economia Giulio Tremonti, dell’Interno Roberto Maroni, della Salute Maurizio Sacconi, dell’Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi nonché il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, Lamberto Dini e il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Per la parte ecclesiastica erano presenti i cardinali Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, Angelo Bagnasco, presidente della Cei, Attilio Nicora, Franc Rodé, e il vicario di Roma Agostino Vallini, con, tra gli altri, il segretario generale della Cei monsignor Mariano Crociata. Con l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi a fare gli onori di casa, il primo momento è stato dedicato al colloquio ’ristretto’ dove, a quanto trapelato, s’è soprattutto parlato di Israele, che in maggio sarà meta con la Giordania di un viaggio di Papa Ratzinger, e del prossimo incontro del G8. Sono poi stati introdotti i ministri e gli altri membri delle delegazioni, e il discorso s’è allargato all’Africa – dove il Papa si recherà tra un mese – alla crisi globale e alla necessità di nuove regole di mercato, alle persecuzioni subite dalle comunità cristiane in diverse parti del mondo, ai temi dell’educazione e della scuola cattolica, al G20. Tutto questo, come accennato, in un clima «cordiale e costruttivo», e dove si sarebbe registrato «molto compiacimento» da parte della Santa Sede per l’azione dei ministri interessati in relazione al caso Eluana Englaro. Forse anche per questo, al momento di lasciare Palazzo Borromeo, Berlusconi ha detto che «da parte di tutti i rappresentanti della Santa Sede c’è stato il riconoscimento entusiasta del fatto che mai si era verificata un’atmosfera e un clima come quello che c’è stato ed esiste ancora, con la soluzione di tutti i problemi».