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 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

SANREMO DA RECORD: AUDITEL ALLE STELLE MA IVA FURIBONDA CON BENIGNI

Gemelli diversi e fratelli coltelli, gay ed ex-gay, vallette mozzafiato e cori polifonici, giovani cantanti già vecchi e vecchie ugole che sono ancora giovani. E poi i numeri, le cifre, i dati che salvano il Festival di Sanremo numero 59 da morte certa. La prima serata, quella aperta dal fantasma in video di Mina e dalla benignata di turno, ha fatto registrare dati d’ascolto inimmaginabili: 14.173mila spettatori con il 47,11% di share nella prima parte e 6.654mila (49,51%) nella seconda. La media ponderata della serata è stata di 10.114 mila (47,93%). Un dato insperato dai vertici della Rai e dall’entourage di Bonolis, che nel 2009 non sarà all’Ariston.

Lo scorso anno la prima serata con Pippo Baudo si era fermata a 9.518mila nella prima parte (35% di share) e 4.818 nella seconda (39,44%). Per precipitare a dati sconsolanti - share del 30% - che avevano confinato la kermesse nel polmone d’acciaio. Negli ultimi sette anni meglio di Bonolis 2 aveva fatto soltanto Bonolis 1, nel 2005, con 16.599 mila contatti con una media share del 54.78%.

Un mezzo trionfo, quindi, dopo i timori della vigilia. «Merito di Mina, dell’intervento di Benigni ma soprattutto delle canzoni», ha tagliato corto Bonolis che è diventato il capitano delle giacche azzurre arrivate a salvare i destini del Festival. «Il futuro è assicurato, Sanremo non morirà. Ieri i bookmakers davano quote più favorevoli per la fine del Festival nel 2011 che per la sua continuazione» ha confermato un Del Noce pimpante che aveva l’aria di uno scampato al massacro del Little Big Horn.

La va, quindi, non la spacca. Da Roma sono arrivati in diretta i complimenti di Claudio Cappon, direttore generale di via Mazzini.

Innegabile che i 25 minuti di Benigni abbiano dato pepe alla serata: con il Piccolo Diavolo in scena si è toccato il 60% di share con un top di 16.162mila spettatori. Ma Robertaccio ha anche provocato il primo terremoto: Iva Zanicchi, europarlamentare PDL, è stata trafitta da battutacce e lazzi del comico toscano che, oltre a Berlusconi, ha preso di mira la sua canzone ”Ti voglio senza amore”. Brano tra i tre eliminati.

Onorevole Zanicchi, da uno a dieci quanto si è sentita danneggiata dalle gag di Benigni?

«Roberto è un genio, fa satira e va a ruota libera. Ma qualche problema l’ha creato. Poco prima della mia entrata ha giocato sul brano che parla del sesso senza amore, e su Berlusconi. Sul palco ero agitatissima, come avere una scopa infilata, beh, lì insomma. stata una grande scorrettezza: avrei dovuto cantare prima dell’esibizione di Benigni, che ovviamente ha influenzato la giuria popolare per la mia eliminazione».

Aveva un fine politico il compagno Benigni?

«Non penso, lui è una mina vagante. Però è di sinistra e fa sempre il comico mancino».

Bonolis ha ammesso: non sapevo cosa avrebbe detto Benigni ma il suo passaggio ha avuto effetti penalizzanti per la Zanicchi che si esibiva dopo il monologo.

«Paolo è carino ma quando sono entrata sul palco era ancora sotto l’effetto-Benigni. Sghignazzava e sudava. Pensava al testo della canzone e a quello che aveva detto Roberto sulla donna che fa all’amore con Berlusconi e vuole una notte intera di passione dal premier... E pretende duri tutta la notte».

Una canzone scandalo, la sua?

«Oggi negli uomini che fanno sesso c’è poca qualità e tantomeno quantità. Sono una donna, sono una nonna ma non mi sento una santa! Boia d’un mondo ladro!».

Farà ricorso contro l’eliminazione?

«No. Spero nel ripescaggio domani sera, quando duetterò con un tipetto come Gabriel Garko. La mia è tra i cinque brani più belli. Il livello generale è basso».

Prima del Festival ha subito un duro attacco per il suo ruolo di europarlamentare-cantante.

«Sono qui all’Ariston gratis, non prendo un euro. E se volete che vi dica quanto guadagno posso mostrarvi la mia busta-paga da deputata europea: 11.600 euro lordi, ovvero 6.800 netti con l’aggiunta di altre piccole entrate».

Una curiosità: Berlusconi è stato nominato come amatore nel monologo di Benigni. Al microfono come se la cava?

«Prima puntava sulle canzoni francesi, ora è passato alle arie napoletane. Con quella bocca Silvio può dire e cantare ciò che vuole».

Perché altri big della nostra canzone non vengono più a Sanremo?

«Peggio per loro. Sbagliano. Ma se si degnano auguro loro di non trovarsi sulla strada un monologo di Benigni».

Cosa pensa della sua coetanea Mina che si è presentata qui a Sanremo in video?

«Le avrei dato di persona 20 milioni di euro se fosse venuta all’Ariston per interpretare sul palco Nessun Dorma. Che so cantare anch’io, eh... Sentite un po’: Nessuuun Dooormaaaa!».

Onorevole, si ricandiderà nel prossimo giugno alle elezioni europee?

«Sì, boh, non so. Ora esce il mio nuovo album ”Colori d’amore” e penso alle canzoni. Poi sto finendo di girare una fiction con Virna Lisi. Se mi ricandido, abbandono le sette note. Ma non sarà Benigni a spegnermi il microfono».