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 2009  febbraio 18 Mercoledì calendario

"Wall Street Journal": Obama niente soldi a Chrsyler finchè il Fondo di investimento Cerberus, che controlla la società di Detroit, non inietterà nuovi capitali - Chi ha visto stamane Sergio Marpionne ha colto sulla faccia l’impronta di un letto sgualcito

"Wall Street Journal": Obama niente soldi a Chrsyler finchè il Fondo di investimento Cerberus, che controlla la società di Detroit, non inietterà nuovi capitali - Chi ha visto stamane Sergio Marpionne ha colto sulla faccia l’impronta di un letto sgualcito. Per tutta la notte il manager italo-canadese è stato incollato al telefono per avere notizie precise sulla presentazione al Congresso americano dei piani di salvataggio di General Motors e Chrysler, l’azienda di Detroit che ha chiesto 9 miliardi di dollari per sopravvivere. Era quasi l’alba quando dall’altra parte dell’Oceano è arrivata a Marpionne la telefonata di Bob Nardelli, il 61enne manager che dall’agosto 2007 guida l’azienda automobilistica. Con voce affaticata Nardelli ha riassunto il contenuto della sua esposizione al Congresso e ha pregato Marpionne di leggersi il resoconto sul "Wall Street Journal" di oggi. Per colpa del fuso orario nessun giornale italiano riporta i termini con cui il giornale di Wall Street spiega la posizione di Chrysler perciò tocca a Dagospia, che ha vegliato in preghiera tutta la notte davanti ai cancelli del Lingotto, il compito di riassumere la cronaca del più importante giornale americano. Secondo il "Wall Street Journal" sembra che il governo Usa non voglia più dare soldi a Chrsyler finchè il Fondo di investimento Cerberus, che controlla la società di Detroit, non inietterà nuovi capitali. Il portavoce di Obama, Robert Gibbs, apprezza lo sforzo di Chrysler e di Nardelli, ma dice che questo impegno ancora non basta a giustificare altri prestiti. Da parte sua il Fondo Cerberus (lo stesso che due anni fa batteva l’Italia in lungo e in largo sottobraccio a Mario Moretti Polegato per comprare aziende italiane) ha detto che non può fare ulteriori sforzi perché i suoi azionisti-investitori non glielo consentirebbero. Da notare infine che Chrysler sarebbe disposta a ridurre la produzione di 100mila veicoli l’anno e vorrebbe lanciare 24 nuovi modelli nei prossimi 48 mesi utilizzando anche le piattaforme di Fiat. Questo è il resoconto che è arrivato alle orecchie e sul tavolo dell’insonne Marpionne, ma poche ore prima il manager dal pullover sgualcito ha ricevuto la lettera di dimissioni di un altro uomo Fiat. Dopo l’abbandono di Luca De Meo, il genietto del marketing che non si sa dove sia finito, se ne è andato Fedele Usai, il capo della comunicazione di Fiat Automobiles spa. Anche lui è giovane come De Meo (38 anni), è nato a Cagliari e ha fatto esperienze in agenzie pubblicitarie fino a diventare nel marzo 2007 direttore generale di TBWA/Italia. La lettera di dimissioni di Usai non ha scosso più di tanto il capo della Fiat che ha ben altri cazzi per la testa.