Cinzia Di Cianni, La stampa 18/2/2009, 18 febbraio 2009
STIAMO PERDENDO I POLI MA L’APOCALISSE ASPETTERA’?
Nel 2012 l’attività solare raggiungerà il picco e il fenomeno, sommato all’indebolimento del campo magnetico terrestre, innescherà l’inversione dei poli. La rotazione della Terra si arresterà per ripartire in senso contrario. Si scatenerà una crisi planetaria: terremoti, maremoti, uragani. La superficie terrestre, non più protetta dallo scudo magnetico, sarà sterilizzata dalle radiazioni cosmiche. E’ il terrificante scenario che ci aspetta, a dare retta alle interpretazioni del calendario Maya, riprese dal geologo Usa Gregg Braden e rilanciate da libri e siti Web all’approssimarsi dell’«annus horribilis» 2012. Eppure, tra le sciocchezze apocalittiche, qualcosa di vero c’è.
«Effettivamente, l’intensità del campo magnetico sta diminuendo - conferma Antonio Meloni, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia -. Da metà Ottocento a oggi il calo è pari al 7-8% rispetto a quello dei tempi di Gauss, il fisico che per primo ne definì le caratteristiche. Procedendo a questo ritmo, in un solo millennio il campo magnetico sarebbe destinato a scomparire!». Ma non è una novità. «Secondo i paleomagnetisti - prosegue - ai tempi di Gesù il campo era un 50 per cento più intenso dell’attuale, mentre all’epoca delle piramidi d’Egitto era più basso di oggi. Una storia di alti e bassi lunga come il tempo».
Il campo magnetico è una «bolla» che protegge la Terra: è creato dai moti convettivi del nucleo esterno, un guscio di ferro fluido che gira vorticosamente tra il mantello e il nucleo ferroso solido interno. Questa «giostra» genera poderose correnti elettriche, che alimentano una «dinamo autosostenuta». In pratica, è una calamita che non solo orienta gli aghi delle bussole, ma lascia una traccia nei minerali ferrosi contenuti nelle rocce che via via si formano.
Il campo, però, non è uniforme né costante. E’ nota l’«Anomalia sud-atlantica», tra Sud Africa e Sud America, dove le linee di forza si diradano, indicando una flessione nell’intensità inattesa per quella latitudine. Quando sorvolano la zona, le apparecchiature elettroniche dei satelliti vanno in tilt. I poli magnetici, d’altra parte, migrano: dall’inizio del XX secolo quello Nord si è spostato di 1100 km, procedendo dal Canada verso il lato siberiano dell’Artico a una media di 10 km l’anno. Come conseguenza, presto potremmo vedere meravigliose aurore boreali in Nord Europa. Il campo magnetico, inoltre, è soggetto a fluttuazioni che raggiungono l’effetto più spettacolare nella completa inversione di polarità. La struttura attuale è tale da presentare nell’emisfero Nord della Terra, in vicinanza del Nord geografico, un polo magnetico che, a rigore, dovrebbe essere un polo Sud magnetico: gli aghi delle bussole dirigono il proprio Nord verso tale polo. Nell’uso comune, tuttavia, si è chiamato polo magnetico Nord quello che si trova nell’emisfero Nord. Di conseguenza, mentre oggi il polo Nord magnetico si trova in prossimità del polo Nord geografico, tra qualche millennio, in seguito a un’inversione di polarità, polo Nord geografico e polo Sud magnetico potrebbero trovarsi nello stesso emisfero.
Qual è la causa? Non si sa con certezza: forse il campo è influenzato dalle turbolenze legate al processo di accrescimento del nucleo solido. Gli scienziati rilevano alcune analogie con il ciclo delle macchie solari, che sono la manifestazione di moti convettivi interni alla stella e modificano il campo magnetico solare, fino ad alternare le polarità mediamente ogni 11 anni. E anche per il nostro pianeta le inversioni non sono una novità. «Si ipotizza che sulla Terra se ne siano verificate una dozzina in 3 milioni di anni e una cinquantina negli ultimi 20 milioni. E, forse, nella storia sono state migliaia. Le inversioni, però, non hanno una periodicità definita. L’ultima è avvenuta 780 mila anni fa, quando non eravamo ancora sapiens».
E’ chiaro, quindi, che la vita ha superato varie inversioni e non ci sono prove che, in corrispondenza di questi eventi, si siano verificate estinzioni di massa. «Siamo ragionevolmente sicuri - rassicura Meloni -, ma alcuni ipotizzano che l’inversione sia già in atto». E che cosa succederebbe? «Per un po’ perderemo la bussola! Le tecnologie spaziali potrebbero essere a rischio», alterando le comunicazioni. E anche la nostra salute sarebbe a rischio. Grazie alla magnetosfera le pericolose particelle ad alta energia che piovono sulla Terra sono in gran parte deviate prima di raggiungere l’atmosfera. «Senza lo schermo magnetico l’esposizione all’equatore e alle medie latitudini diverrebbe rilevante».
Per studiare questi fenomeni si moltiplicano i progetti. L’Ingv effettua analisi del campo magnetico a Castello Tesino e all’Aquila e presto nel centro a Lampedusa. Partecipa inoltre a progetti quali «Andrill», condotto in Antartide. Per il 2010, poi, l’Esa prepara la missione «Swarm», basata su tre satelliti: valuterà lo stato di salute del campo magnetico con una precisione mai raggiunta prima e, visto che sarà operativa nel periodo 2010-13, coincidente con il picco del ciclo solare, registrerà gli effetti sui cambiamenti climatici. Secondo gli esperti, comunque, si può stare tranquilli: nel 2012 Terra e Sole non hanno intenzione di distruggerci!