Alan Riding, la Repubblica 18/2/2009, 18 febbraio 2009
UN TESORO NASCOSTO ALL’OPERA’ SPUNTANO I DISCHI DI 100 ANNI FA
E’ il 24 dicembre 1907. Nelle viscere dell´Opera di Parigi si dà avvio ad un progetto di cui i promotori, per definizione, non vedranno mai i frutti. 24 dischi di cera accuratamente imballati vengono deposti all´interno di due contenitori in piombo e ferro, successivamente sigillati e riposti in un magazzino con istruzioni precise di lasciarli indisturbati per 100 anni.
L´idea di questa capsula del tempo in versione musicale fu di Alfred Clark, newyorkese, direttore della Gramophone Co., con sede a Londra, che fornì le incisioni su cera. La cerimonia organizzata per celebrare l´evento centrò l´obiettivo primario di Clark ovvero puntare l´attenzione sulla sua casa discografica e sui nuovi dischi piatti che dovevano far concorrenza ai più noti cilindri ricoperti di cera.
"Che io sappia nessuna altra impresa si è mai procurata tanta pubblicità gratuita", scrisse Clark a un collega due giorni dopo la cerimonia. L´Opera di Parigi diede prova di un più alto senso della storia. L´obiettivo dichiarato dell´iniziativa era far sì che le generazioni future potessero scoprire i gusti musicali e il livello qualitativo delle incisioni realizzate all´inizio del ventesimo secolo attraverso una selezione di arie d´opera e di brani strumentali. Già allora si prevedeva una radicale evoluzione delle tecniche di registrazione, così nel 1912 al tesoro vennero aggiunti 24 dischi e due nuove casse contenenti, tra l´altro un grammofono a manovella completo di istruzioni per l´uso e un corredo di puntine.
Il termine di cento anni è scaduto e la EMI, erede della Gramophone Co, ha deciso di pubblicare le incisioni della capsula del tempo su tre CD, dopo una laboriosa procedura di ripulitura e digitalizzazione. La raccolta uscirà in Francia alla fine del mese con il titolo Les Urnes de l´Opera e negli USA all´inizio di aprile con il sottotitolo "Treasures from the Paris Opera Vaults". Il repertorio scelto all´epoca per i posteri non è fonte di grandi sorprese. Le arie di Rossini, Donizetti, Verdi e Puccini, piuttosto che Bizet, Gounod, Wagner e Mozart non sono forse in cartellone anche oggi nelle stagioni operistiche? E quanto ai concerti, anche quest´anno non mancheranno certo Beethoven e Chopin.
Accanto a questi classici la capsula del tempo conteneva anche brani di compositori francesi la cui popolarità non era forse altrettanto destinata a durare nel tempo. Massenet e Saint-Saens, entrambi ancora in vita nel 1907, hanno retto bene, ma le opere di Adolphe Adam, Giacomo Meyerbeer, Victor Masse e Ambroise Thomas (a parte il suo Amleto) oggi vengono raramente rappresentate, persino in Francia.
La qualità delle incisioni corrisponde in linea generale alle aspettative. Un secolo fa, quando si registrava il suono incanalandolo attraverso un corno fino ad un diaframma collegato ad una puntina i fruscii erano inevitabili. Poiché gli strumenti a corda si udivano a malapena nelle prime incisioni i tecnici preferivano il pianoforte e gli strumenti a fiato. La Gramophone Co. grazie alla sua diffusione internazionale aveva in scuderia le voci più prestigiose dell´epoca. Così possiamo ascoltare il grande tenore Enrico Caruso in tre arie di Verdi, una di Donizetti e una di Puccini, e la soprano australiana Nellie Melba in un assolo dal Rigoletto di Verdi e in Voi che sapete da Le Nozze di Figaro. Non poteva mancare il leggendario basso russo Feodor Chaliapin, anche se solo come interprete di una ballata russa. Invece il tenore italiano Francesco Tamagno, protagonista nella creazione dell´Otello di Verdi nel 1887, ci regala un´intensa Niun mi tema con accompagnamento di pianoforte. Altri cantanti presenti nella capsula del tempo sono noti forse solo ai patiti dell´opera, ma alcuni ne hanno fatto la storia, come Hector Dufranne, il baritono che creò il ruolo di Golaud in Pelleas et Melisande di Debussy e Ernestine Schumann-Heink, Clitemnestra nell´Elettra di Strauss.
Ma il sogno di Alfred Clark e dell´Opera di Parigi di far ascoltare le incisioni contenute nella capsula del tempo cent´anni dopo si è realizzato solo in parte. Nel 1989, in occasione dei lavori di installazione dell´impianto di condizionamento d´aria l´amministratore dell´Opera insistette perché fosse aperto il magazzino che conteneva le casse. Si venne così a scoprire che uno dei contenitori del 1912 era stato aperto e svuotato e che mancava il grammofono. Le tre casse residue vennero trasferite presso la Biblioteca Nazionale francese. Nel dicembre 2007 quando due dei contenitori sigillati furono mostrati ai media nella sede dell´Opera prima dell´apertura, il grammofono non era quello originale bensì un modello identico a quello rubato. Ma i problemi non finiscono qui. I dischi erano stati avvolti in un rivestimento in amianto richiedendo l´intervento di personale specializzato dotato di indumenti protettivi. Per separare i dischi erano state inoltre utilizzate spesse lastre di vetro. In uno dei contenitori 9 delle 13 lastre erano in frantumi, ma gran parte dei dischi si è salvata.
Fortunatamente nel primo contenitore del 1907, e nel contenitore rimasto del 1912 era stata inserita una pergamena con una lista dettagliata dei brani musicali selezionati. Così grazie alla raccolta di 350.000 incisioni precedenti al 1938 presenti nella Biblioteca Nazionale è stato possibile digitalizzare i brani incisi sui dischi del 1912 mancanti. Infine è stato deciso di utilizzare le incisioni corrispondenti della collezione della biblioteca. "La puntina danneggia lievemente questi vecchi dischi anche se si fanno suonare una sola volta", spiega Elizabeth Giuliani, che ha ricoperto il ruolo di supervisione del progetto presso la biblioteca. "Abbiamo deciso di aspettare l´avvento di nuove tecnologie ottiche in grado di leggere i dischi senza bisogno di venirvi a contatto".
L´esperimento quindi non è ancora definitivamente concluso. Se non altro però ora non passa più inosservata la lapide sul pavimento di marmo all´ingresso della Comedie-Française, datata 10 dicembre 1957, che informa che in quel punto è stata interrata una registrazione dal vivo di una rappresentazione della pièce Port-Royal di Henry de Montherlant "all´attenzione dei posteri". Non c´è scritto però quando dovrà essere dissotterrata.
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