Adriana Bazzi Corriere.it 16/2/2009, 16 febbraio 2009
Chi si sente solo diventa insensibile verso gli altri e non è capace di empatia. Lo dice uno studio dell’Università di Chicago presentato al meeting annuale dell’American Association for Advancement of Science
Chi si sente solo diventa insensibile verso gli altri e non è capace di empatia. Lo dice uno studio dell’Università di Chicago presentato al meeting annuale dell’American Association for Advancement of Science. La ricerca ha coinvolto 23 donne e ha, innanzitutto, misurato il loro livello di solitudine. Poi ha registrato, con la risonanza magnetica cerebrale, la loro attività cerebrale mentre osservavano immagini di due tipi: le prime relative a situazioni sgradevoli e a conflitti umani, le altre a persone felici. Risultato: le donne che erano state catalogate come sole, quando guardavano immagini di persone felici mostravano una minore attività in una zona del cervello chiamata nucleo ventrale striato che ha a che fare con la «ricompensa»: entra in funzione quando una persona riceve cibo o soldi o gratificazioni sociali o prova sentimenti di amore verso gli altri.