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 2009  febbraio 12 Giovedì calendario

A SCUOLA SENZA LIBRI

Se fosse vivo Anatole France, autore leggendario del ”Libro del bibliofilo” e annusatore della fragranza cartacea, e feticista dell’inchiostro e artista della rilegatura, beh, al ministro Gelmini non andrebbe molto a genio.

Eppure quando ieri, ufficialmente, è entrata in circolo nel corpaccione della scuola italiana la circolare ministeriale che dà il via dal 2011 (ma anche dal prossim’anno, volendo) all’uso dell’e-book, si è accesa una piccola rivoluzione. Di introdurre il libro elettronico - le cui caratteristiche dovranno essere ora fissate con decreto- al posto del tozzo cartaceo, se ne parla, a dire il vero, dal 1984. Allora l’e-book aveva il peso, il nitore e l’ingombro di una cassetta di frutta: sfogliarlo alla toilette o sui banchi era un’impresa. Infatti all’utilizzo vi si opposero sempre tutti: insegnanti, intellettuali, editori, padri di famiglia. Gli studenti, poi, lo ritenevano un vidogame zoppo e senza joystick. Ora, invece, è diverso. Il libro elettronico è un palmare. E, pure senza palmare, la nuova legge prevede che i testi possano essere scaricati direttamente dal computer di casa o di scuola, pagando solo i diritti d’autore ma eludendo i costi di carta, stampa, trasporto e diffusione; il tutto per un risparmio del 90% stimabile 250 euro a studente.
Senza zainetti

E, senza considerare che gli zainetti si svuoteranno - evitando parecchie scoliosi, altro che peso della cultura-; e che gli aggiornamenti dei testi potranno essere prodotti in tempo reale risparmiando sul cambio annuale (peraltro già cristallizzato a non meno di 5 anni dalle nuove norme); e che per i ragazzi più avvezzi alle schermate di Facebook che a una pagina di Manzoni sarà una nota piacevole nella fosca polifonia della lezione; insomma, senza considerare tutto ciò, l’entrata massiccia dell’ebook sul mercato cambierà il modo stesso di intendere l’editoria scolastica. Il pc che può contenere un numero immenso di libri, manuali, appunti, compiti col tempo, sostituirà anche sussidiari e quaderni aggiornabili con facilità in tempo reale e a basso costo.
Un benefico tsunami

Editoria scolastica in attesa di un benefico tsunami. E non solo scolastica, a dire il vero. Non per nulla lo scorso 29 novembre - data ormai ”storica”- all’università di Urbino si è discussa la prima tesi di laurea in formato e-book, su iLiade, per la specialistica in Editoria, Media e Giornalismo, dal titolo preveggente: ”Come cambia la lettura nell’era di Internet – Dai Gruppi di lettura al futuro”. Il futuro che come sempre è già dietro l’angolo.

«C’è poco da fare, i libri sono una tecnologia incredibile, l’ultimo bastione del mondo analogico», aveva dichiarato Jeff Bezos patròn di Amazon, il più grande mercato di libri virtuale del mondo, in una recente intervista all’autorevole Newsweek. Bezos è un incrocio fra J.L. Borges e Steve Jobs: i libri sono stati la sua fortuna, all’alba dell’Internet commerciale, quando dire Amazon.com equivaleva a dire «libreria online» ma senz’anima. Bezos, naturalmente, con tutto il peso della sua personale Biblioteca di Babele e l’esperienza tra web e progetti editoriali cross media ha ragione. Secondo una recente inchiesta del mensile di tecnologia ”Jack”, i libri elettronici affiancheranno nella produzione le loro versioni cartacee in tempi brevissimi. Possiedono, i tomi in silicio, in effetti, parecchi atoutun tempo insospettati.

La loro leggibilità digitale oramai surclassa i preziosimi calligrafici degli amanunensi medievali; le loro batterie hanno il senso dell’infinito, la loro capacità di sfoglio sembra quella di Tom Cruise coi monitor di Minority Report. E i modelli assomigliano sempre più a un Blackberry, o a un I-Phone. C’è l’ultimissimo Kindle che si collega diretto a Google; c’è Amazon Booken leggero come un bloc notes e c’è il Cybook tascabile con tasto cursore che s’accanisce sull’ultimo Grisham, sul verso di Marziale, sulle o su un corso di cucina Thai; c’è l’Ipod che, caricato a dovere (impresa complicatissima, però...) addirittura converte le parole scritte in parole raccontate. E ti declama la trama. Certo, per l’e book c’è ancora il problemino del prezzo che varia da 250 a 600 euro, roba molto da ricchi o da maniaci ipertecnologici; ma, insomma, calerà col passare degli anni anche quello com’è calato lo scetticismo dei puristi (come chi scrive).
Vendite record

Se il 2008 ha tecnologicamente rappresentato l’anno della svolta a livello internazionale per il settore degli e -book, questo tanto bistrattato (per via della crisi) 2009 conferma, invece, sin d’ora un trend di crescita. E, secondo gli analisti, si candida a diventare l’anno della piena affermazione del libro elettronico. Molti editori, peraltro si stanno attrezzando. In Italia ha un ruolo di rilievo ”Bruno Editore”, specializzato in e-book per la formazione, che ha chiuso il 2008 con un +66% di vendite rispetto al 2007 (+97% se si confronta il solo mese di dicembre), e un totale di visitatori del portale web pari a 8milioni e 300mila. Ma tutti gli editori da Hoepli a Ibs nel settore toccano un giro d’affari di quasi 120 milioni di euro, con picchi di crescita dal 30% all’80%.
In America

In America -la patria guida dell’hight tech- Random House, la più grande casa editrice statunitense e una delle più importanti del mondo, ha aumentato il numero di libri e in formato digitale: 15mila opere e procede per il raddoppio. Ovvio, ci sono delle controindicazioni a tutto questo. Ci sarà qualcuno che, inevitabilmente, perderà il gusto molto sveviano e molto di girare per remainder, per mercatini di libri usati; di spiluccare racconti nella polvere degli scaffali; di tastare le copertine come cosce di donna. il dazio, molto letterario, della tecnologia.