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 2009  febbraio 12 Giovedì calendario

LA NUOVA ZELANDA RISARCISCE I MAORI 63 MILIONI PER LA DANZA DEL RUGBY

La vendetta dei maori arriva dalla palla ovale. I bianchi hanno invaso le isole degli aborigeni, hanno occupato i loro territori e, alla fine, hanno rubato anche la loro cultura. Per questi crimini i ”Pakeha” (come i nativi neozelandesi chiamano gli europei) dovranno pagarla cara: per la precisione 63,72 milioni di dollari Usa e solo per il ”furto” dell’haka. L’haka, e per la precisione la Ka mate, è la danza tribale resa celebre in tutto il mondo dagli All Blacks, la nazionale neozelandese di rugby.

All’interno di un accordo di risarcimento in favore degli aborigeni (che comprende l’assegnazione di una parte del territorio del Paese), le istituzioni di Wellington hanno riconosciuto la proprietà intellettuale e i diritti di sfruttamento commerciale dell’haka ai maori, i nativi di origine polinesiana oggi ridotti a circa 200mila unità dopo la colonizzazione inglese del XIX secolo. La Ka mate venne composta attorno al 1820 da Te Rauparaha , un guerriero scampato ai suoi nemici che volle narrare la sua storia in questa canzone (’ka mate” significa ”io muoio” ed è l’inizio del racconto).

I ”tuttineri” eseguono l’haka prima di ogni match - per darsi coraggio e intimorire gli avversari - sin dal tour in Australia del 1884, diventata la versione ufficiale nel 1914. Anche le nazionali degli altri Stati del Pacifico eseguono danze di guerra simili alla haka a testimoniare l’importante di questo elemento nella cultura delle popolazioni polinesiane: la danza della nazionale delle isole Samoa si chiama Siva Tau, quella delle Fiji viene detta Cibi, mentre la versione di Tonga è la kailao.

Nell’agosto 2005, prima dell’incontro del Tri Nations tra Nuova Zelanda e Sud Africa a Dunedin, gli All Blacks hanno presentato per la prima volta al mondo un nuovo tipo di haka, la Kapa o Pango. Pensata per essere eseguita solo in occasioni speciali, la Kapa o Pango ha suscitato polemiche per il suo gesto conclusivo: non più il saltino della Ka mate (fra l’altro non compreso nella versione originale), ma bensì il pollice che indica il taglio della gola. Un gesto che va interpretato, secondo il compositore Derek Lardelli come «disegno dell’energia vitale nel cuore e nei polmoni».

Dopo la decisione del governo neozelandese i nativi avrebbero la possibilità di chiedere i diritti di sfruttamento dell’haka (o perfino di vietarne l’utilizzo) agli All Blacks stessi, che hanno come simbolo un altro elemento della cultura aborigena: la felce argentata, in maori ”Ponga ra”.

Il Primo ministro John Key, però, ha affermato di non aspettarsi richieste del genere: i maori, infatti, fanno parte della nazionale (oltre ad aver una loro selezione esclusiva, i New Zealand Maori) e a guidare la danza è sempre un aborigeno. Una forma di rispetto che non hanno avuto invece le aziende internazionali che hanno impiegato l’haka in spot molto offensive per la cultura dei maori. Ad esempio nel 2006 la Fiat realizzò uno spot in cui era un gruppo di donne ad eseguire la danza (riservata solo agli uomini). Ora invece il governo della regione del Ngati Toa potrà proteggere la haka da tutti gli ”usi impropri”. E chi volesse ancora approfittare della cultura maori, dovrà vedersela con gli All Blacks.