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 2009  febbraio 12 Giovedì calendario

MENTANA CI SCRIVE: « ANDATA COSI’»

Caro Vittorio, ho letto il tuo bell’editoriale su questa strana ”battaglia di Mentana”. E quindi vorrei raccontare a te e ai tuoi lettori come sono andate davvero le cose, come le ho vissute in prima persona. Me ne sono stato zitto per 48 ore nelle quali ho però potuto con calma leggere e ascoltare le varie ricostruzioni, e i conseguenti commenti. E così ho visto come il racconto dell’accaduto, passaggio dopo passaggio, si allontana sempre più dalla realtà, quasi sempre in buona fede; anche se c’è pure qualche mestatore all’opera per mettere in giro balle e veleni assortiti (come la voce su un mio contatto o addirittura contratto con Sky).

Lunedì sera fui io ad avvisare della morte di Eluana la direzione di Mediaset, nella persona di Mauro Crippa. Di rimando Crippa mi chiese se ero in grado di andare in onda anticipatamente, nel caso si fosse modificata la (...)

(...) programmazione serale di Canale 5. Risposi ovviamente di sì. Subito dopo fu il direttore di Canale 5, Massimo Donelli, a chiedermi la stessa disponibilità. Tutti e due mi manifestarono il loro convincimento che fosse necessario fare qualcosa, per marcare la nostra presenza su un fatto così importante. Poi ancora Crippa mi chiamò per conoscere il mio parere sul da farsi (di questa telefonata possono dare testimonianza i miei redattori, con cui già stavo decidendo i servizi comunque necessari per costruire la puntata sulla morte di Eluana). Gli dissi che era da scartare l’ipotesi di far saltare il Grande Fratello, e gli proposi tre soluzioni alternative: aprire nel programma una o due finestre del tg5; oppure inserire attorno alle 22 dieci minuti di Matrix; o infine chiudere il Grande Fratello non alle 24, com’era previsto, ma un’ora prima, così da trasmettere una puntata di Matrix in grado di essere seguita da un pubblico meno sparuto. Crippa condivise la griglia di proposte, e disse che le avrebbe sottoposte al vertice aziendale. Mi chiese di tenermi pronto, e per questo allertai il regista e il direttore di produzione.
Non se ne fa nulla

Dopo un po’ Crippa mi richiamò sinceramente costernato, dicendomi che tutte e tre le proposte erano state respinte: la programmazione doveva proseguire come se nulla fosse successo. Gli espressi il mio giudizio estremamente negativo su quella scelta: così Canale 5 diventava l’unica rete italiana ad aver dedicato alla morte di Eluana solo sette minuti in tutto, in coda al tg5 delle 20, e poi più nulla. Mi sembrò incredibile e offensivo, e per questo ventilai l’ipotesi di non andare in onda con Matrix nell’ora ormai punitiva della mezzanotte: a quel punto sarebbe stato più opportuno fornire la mole di notizie non ancora date sulla vicenda, con un’edizione anticipata del tg5 (comunque dopo tre ore e mezza di vuoto informativo). Crippa contestò con forza - e forse a ragione - l’idea che non andassi in onda, e mi chiese di riflettere, e poi di fargli sapere.

La tv del mio ufficio era accesa su Canale 5, ma senza audio. Vidi che veniva inquadrata una ragazza in lacrime. «Meno male - pensai - ne stanno parlando, a loro modo ma spontaneamente. Non è una scelta sbagliata». Alzai il volume e mi resi conto che la ragazza non piangeva per Eluana, ma perché veniva allontanata dalla Casa del Grande Fratello. A quel punto la misura era stata superata. Non solo l’insensibilità al dramma per il quale l’Italia profonda si era sempre più turbata, quella politica e istituzionale si era spaccata in due e il Parlamento stava varando a velocità mai vista una legge ad hoc; ma anche l’irrisione esplicita costituita da un finto dramma, costruito in vitro e provocato perché avvenisse in diretta. A quel punto sentivo il dovere di marcare una distanza chiara da una simile situazione, ben peggiore di quella che già avevo tentato di evitare. Presi carta e penna e scrissi queste parole: «Di fronte a un dramma che scuote il Paese intero, Mediaset ha deciso di non cambiare di una virgola la sua programmazione di stasera su Canale 5, nonostante sia il tg5 sia Matrix fossero pronti a aprire finestre informative sulla morte di Eluana. Non è così che si fa informazione su una grande rete nazionale. Non esiste solo l’audience. Simili scelte tolgono credibilità a chi le compie, e personalmente non ho nessuna intenzione di avallarle. Stasera su Canale 5 il dramma è quello della cacciata di una concorrente dal Grande Fratello. A mezzanotte, se va bene, si parlerà di Eluana. Andrò in onda comunque, per dovere di informare. Domani però rassegnerò le dimissioni da direttore editoriale di Mediaset, per un altro dovere, quello di coerenza». Chiamai le agenzie di stampa e chiesi di pubblicarlo. Poi chiamai Crippa per leggergli quel testo e confermargli che sarei andato in onda. Non fu un dialogo sereno, ed è l’ultima volta che l’ho sentito. Seppi mezz’ora dopo, da una sua dichiarazione alle agenzie, che mi sarebbe stato impedito di andare in onda, e che erano state già accolte le mie dimissioni da direttore editoriale. Non ho mai sentito, né quella sera né dopo, Confalonieri o Pier Silvio Berlusconi. Mi ha chiamato, invece, il direttore del personale, per preannunciarmi che l’azienda riteneva concluso il rapporto di lavoro con me, a causa delle mie dimissioni da direttore editoriale. Per la verità la mia qualifica contrattuale è di direttore ad personam, quindi è evidente che la qualifica editoriale non ha alcun contatto con il mio ruolo operativo di responsabile e conduttore di Matrix.
Lesa maestà?

Ma se Mediaset vuol cacciarmi comunque, che lo faccia: basta che non si nasconda dietro i cavilli. I soldi non sono un problema, la forma sì. E anche la sorte di chi sta lavorando con me al programma, e ha appreso della sua sospensione da una lettera di due righe. Io credo francamente di aver dimostrato più attaccamento all’azienda e al suo ruolo nell’informazione televisiva di molti imboscati che in queste ore sono tornati in pista inorriditi per il mio crimen laesae maiestatis. Non so se ho sbagliato, in tutta onestà non lo credo. So che tante cose non sono vere, come hai desunto dal mio racconto. Non ho chiesto di andare in onda in prima serata lunedì al posto del Grande Fratello, né ho mai contestato la messa in onda del programma. Non ho certo nulla contro quella trasmissione, alla quale ho dedicato diverse puntate di Matrix. Non sono inquadrabile tra gli adepti della tv del dolore, né mi sono accanito con trasmissioni su trasmissioni intorno al caso di Eluana: anzi, negli oltre tre anni di vita di Matrix me ne sono occupato una sola volta, venerdì scorso, quando la vicenda era diventata un affare di Stato per lo scontro tra governo e Quirinale. Ma soprattutto: ho un ruolo di responsabilità nell’informazione di Canale 5 dall’autunno del 1991, quasi diciott’anni, e forse ho maturato qualche esperienza su come va gestita una situazione eccezionale o d’emergenza sulla principale rete commerciale del Paese, anche in prima serata. tutto, caro Vittorio: spero di aver dato qualche elemento in più a tutti per giudicare, con l’inevitabile senno di poi, se ho fatto bene o male, se ho fatto fallo o no, se merito il cartellino rosso o no. Senza vittimismi, senza avvolgermi nel tricolore, e spero senza fare troppo la primadonna…