Laura Bandinelli, La Stampa, 12/2/2009, 12 febbraio 2009
«AD ABRAMOVIH DIRO’ ANCORA DI NO»
C’è più tensione alla Pinetina dove stanno tutti zitti o a Milanello dove tuona Galliani?
«Non ho letto i giornali, ma qualcosa mi hanno raccontato».
L’Inter si sente maltrattata.
«Non so perché e quindi non commento».
Parliamo dell’arrabbiatura di Galliani allora.
«Il Milan ha problemi in determinate partite quando trova squadre con certe caratteristiche. Noi non abbiamo giocatori di peso davanti e contro difese chiuse andiamo in difficoltà».
Per Galliani non è un problema di organico, ma di sprechi contro le piccole.
«I dati si possono guardare in mille modi. Pur giocando bene abbiamo perso punti in gare che avevamo già vinto e mi riferisco a Lecce, Genoa e Torino. La differenza con l’Inter è tutta lì. La gara con la Reggina non va considerata».
Se ha ragione Galliani, il derby sarà una passeggiata?
«Questo non lo so, ma penso che possiamo giocarci le nostre carte come all’andata. La squadra adesso sta bene al di là del fatto che mancherà Kakà».
Non crede al miracolo?
«Penso proprio che non ce la farà a recuperare».
«Le frasi pronunciate da Mourinho sui sei punti di distanza che effetto le hanno fatto?
«Né caldo, né freddo, Mourinho ha usato un tono ironico e ha detto la verità: penso anch’io che il Milan giochi un buon calcio ma che è indietro di... sei punti».
I punti sono diventati otto e Galliani, in questo caso, sta con Mourinho.
«Non so se Mourinho pensi veramente che giochiamo un buon calcio, ma ne prendo atto. Comunque se lui dice che il Milan gioca un buon calcio e Galliani risponde che ha ragione, vuol dire che anche Galliani pensa che il Milan giochi un buon calcio. O no?».
Ma il bel gioco senza risultati non basta. Infatti si dice che Ancelotti lascerà il Milan.
«Anche sette anni fa. A questo punto della stagione viene sempre fuori la stessa storia. Non sono preoccupato».
Stavolta però ci sono molte pretendenti, è corteggiato.
«Concretamente l’unico club che si è fatto avanti è stato il Chelsea. In estate ho incontrato Abramovich ma non volevo andare via dal Milan. La stessa cosa succede adesso, non penso ad andarmene».
Quello di domenica sarà l’ultimo derby di Maldini.
«Paolo ha una maturità tale che anche lui pensa che sia il momento di chiudere».
Ronaldinho è un lusso per il Milan: vero o falso?
«Falso».
Berlusconi vuole che giochi per forza Ronaldinho: vero o falso?
«Falso».
Lei non voleva inserire Beckham nella lista Uefa.
«Questo è vero, però voglio spiegare. David ha un contratto che scade il 9 marzo e diventava problematico inserirlo per due partite. Alla fine io e la società abbiamo deciso di metterlo perché la sfida col Werder è importante e passare il turno vuol dire avvicinarci alla vittoria in Coppa Uefa».
Scommetterebbe sulla permanenza di Beckham?
«Per tenere Beckham secondo me si possono fare dei sacrifici perché è un giocatore importante per la squadra».
più difficile tenere a bada lo scalpitante Inzaghi o l’introverso Ronaldinho?
«Si fa più fatica nel rapporto con Ronaldinho».
Mourinho, arrivato in Italia, ha imparato a dire «pirla». La sua prima parola in milanese?
«Nessuna».
L’impressione è che lei sia poco milanese.
«Io mi sento emiliano, mi piace mantenere questa filosofia legata alla terra e non alla grande città».
Qualche settimana fa ha detto che a Mourinho invidia la capacità di dire sempre quello che pensa.
« vero, io non dico quasi mai quello che penso».
Perché?
«La verità crea disturbo e polemiche».
Mourinho ha criticato pubblicamente i suoi giocatori.
«Io non lo faccio. Nella gestione dello spogliatoio è un atteggiamento che nuoce all’armonia. Ci sono rimproveri che vanno fatti a livello di squadra, altri individualmente, ma mai in pubblico».
Ha seguito il calvario di Eluana?
«Sì ed è stato un momento di grande riflessione ma non voglio dare giudizi perché ogni situazione va vissuta personalmente. Come si fa a sapere cosa provava quella ragazza? E i genitori? Ogni padre si farebbe uccidere per un figlio...»
Ogni settimana fa visita a Stefano Borgonovo, cosa le trasmette?
« un momento di grande serenità».
Qui Ancelotti si commuove. Gli occhi si velano, pensando al grande coraggio di un amico che lotta per la vita.
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