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 2009  febbraio 17 Martedì calendario

«HO VINTO PERCHE’ AVEVO I BIG CONTRO LA GENTE È STUFA DELLA NOMENKLATURA»

La domanda ora non è se sarà sindaco di Firenze. Le vere elezioni erano le primarie e le ha già vinte. La questione, fra i suoi entusiasti seguaci, è se e quando Matteo Renzi diventerà leader del centrosinistra. Senza troppa originalità: «l´Obama italiano». Dalla sua ha l´età, 34 anni, l´energia, il talento di creare dal nulla eserciti di volontari e di catturare voti a destra e a sinistra via Internet. Più una dote decisiva che ai tempi del Machiavelli si chiamava la fortuna del Principe e in più recenti il «fattore C». Prima di diventare il più giovane presidente di provincia d´Italia, a 29 anni, non a caso era stato il più giovane campione di quiz della tv. A 19 anni vinse 33 milioni alla Ruota della Fortuna, che per lui non ha mai smesso di girare. L´ultimo colpo fortunato, domenica scorsa, quando ha evitato un rischioso ballottaggio per soli 150 voti, su 38 mila, lo 0,5 per cento.
«Fortuna? Alla fine sì. Ma me la sono guadagnata. Fino a due settimane fa i sondaggi mi davano al quarto posto, dietro Lapo Pistelli e Michele Ventura, favoriti per il ballottaggio, e perfino dietro l´assessore Daniela Lastri»
Tre candidati di area Ds, sbaragliati dall´unico ex Margherita. Che effetto fa vincere nella città più rossa d´Italia, battendo in un colpo solo i duellanti Veltroni e D´Alema?
«Sorpresa. E la sorpresa maggiore è l´entusiasmo dei militanti diessini, dei vecchi comunisti, della gente delle Case del Popolo. Ho preso molti più voti nelle zone rosse di quanti ne abbia presi nei quartieri borghesi. Segno forse che anche all´elettorato più di sinistra questo duello Veltroni-D´Alema non è proprio in cima alla scala degli interessi»
Diciamo pure che non ne possono più. E lei lo sapeva benissimo. Ha fatto tutta la campagna da outsider sgradito ai vertici romani. Ogni volta che Veltroni si spendeva per Pistelli e D´Alema per Ventura, lei guadagnava voti. L´ultimo giorno Bersani è corso da Roma a chiudere il comizio di Ventura e lei era lì a fregarsi le mani, o no?
«Messa così, dovrei rispondere ma no, che dice, siamo tutti del Pd. Però un po´ è vero. Avere tutti contro, mi ha giovato. La gente era stufa, voleva dare un segnale. Facce nuove a Palazzo Vecchio è uno slogan che ha funzionato. Ma lo scontro non l´ho cercato io»
Davvero? Scusi, già quello slogan non era proprio amichevole nei confronti del sindaco Domenici. Lei ha fatto una campagna elettorale tutta contro la nomenclatura di sinistra fiorentina, come neppure hanno mai fatto i candidati di destra
«Sì, ma è vero anche il contrario. Loro hanno fatto tutti la campagna contro di me, ed era in fondo l´unica cosa sulla quale erano d´accordo. E´ stato Domenici a cominciare dicendo: votate per tutti, tranne che per Renzi»
E non l´ha ringraziato?
«No. Poi c´era Veltroni, tutto per Pistelli. L´ho detto in pubblico e lui ha replicato che dovevo smetterla di fare polemiche»
E lei, naturalmente, ha continuato…
«Ho risposto che se lui smetteva di appoggiare Pistelli, io smettevo di dirlo. Quale polemica?»
Ma D´Alema, almeno lui, lo vorrà ringraziare
«D´Alema sì. E´ stato lui a convincermi a fare le primarie»
Ma come, non era venuto a Firenze proprio per ordinarle di rimanere alla provincia?
«Sì, ma poi nel pomeriggio ha tenuto un discorso in pubblico dove ha detto, come spesso gli capita, una cosa intelligente e spiritosa. Ha detto: io sarei favorevole al ricambio generazionale se i trentenni la smettessero di fare la fila davanti all´ufficio mio e di Veltroni per chiedere un posto. Sono nuovi, ci sfidino!»
Così li ha sfidati
«Appunto. Ma non è tanto meglio così? Voglio dire, questa ipocrisia del ricambio generazionale calato dall´alto, che schifo. I giovani lottano per far fuori i vecchi e i vecchi cercano di segarli in tutti i modi. Questo è il corso naturale delle cose»
Lei non obbedisce ai vertici romani, e questo è bello e nuovo. Però dicono che obbedisca alla curia, e questo, ammetterà, è meno nuovo ed eccitante.
«Peccato non sia vero»
Perché dare tanta pubblicità al non voto al referendum sulla fecondazione assistita?
«Nessuna pubblicità. Sono un cattolico convinto, lo sanno tutti. Ho fatto perfino il capo degli scout»
Guardi che mica tutti i cattolici la pensano come i vescovi sulla fecondazione, al vita, la morte. Lei, per esempio, nel caso Englaro, stava con il cattolico Ignazio Marino o con i teo dem della Binetti?
«Di sicuro, col presidente Napolitano, con la legge e vicino umanamente alla famiglia Englaro. Certo, da cattolico e da uomo mi domando se sia civiltà o progresso far morire una persona di sete. Ma non ho certezze, invidio chi ce l´ha»
L´hanno dipinta come un destro capitato a sinistra. Propaganda bolscevica? E´ vero che Berlusconi ha cercato di arruolarla?
«Ma no, scherzava, credo. Mi ha detto un paio di volte: ma che ci fa un come lei, che viene dal marketing, in mezzo a tutti quei comunisti?»
E lei che ha risposto?
«Cavaliere, non ci provi. Mica tutti sono come Bondi…»
Sulla sicurezza come la pensa?
«Penso che si fanno chiacchiere demagogiche e invece ci vogliono seri esperti. Io ne ho uno, Pier Luigi Vigna, che conosce il problema e la città come nessuno. Il resto, le ronde padane o la caccia al povero cristo, sono non solo incivili ma anche controproducenti»
E sulla corruzione? Gli scandali dell´edilizia, l´inchiesta sugli affari di Ligresti nell´area del Castello, l´avviso di garanzia all´assessore Cioni, sono state tutte vicende che hanno aiutato la sua vittoria.
«A Firenze porcherie se n´è fatte, in questo settore. Ma guarda caso la provincia non è mai coinvolta. Il vero scandalo comunque è che non ci sia mai stato un vero progetto, un sogno. Il Castello è l´ultima possibilità di realizzare un grande progetto urbanistico. Se manca il sogno, avanzano gli speculatori. Se il Comune non capisce di essere il vero potere forte, avanzano i costruttori»
Fra cinque anni, a fine mandato, lei avrà 39 anni. E´ vero che punta a diventare leader nazionale? Confido che non lo ammetterà mai
«Fa bene. Comunque sindaco devo ancora diventare. E già mi pare incredibile. Ma ci pensa, che cos´è essere sindaco di una città meravigliosa, conosciuta in ogni angolo di mondo? Una volta sindaco, ci sarà tantissimo lavoro da fare, perché a Firenze molto non è stato fatto negli ultimi anni. Se non sarò stato capace, la mia carriera politica finirà lì. Altrimenti, se ne riparla»
Rischiatutto, come direbbe il suo pigmalione televisivo, Mike Bongiorno?
«Rischio tutto»