Rodolfo Sala, la Repubblica, 17/2/2009, 17 febbraio 2009
EXPO, SUMMIT DA BERLUSCONI SALTA LA POLTRONA DI GLISENTI
Mesi di litigi sull´Expo della Madonnina, paralizzato dai veti tra Milano e Roma, oltre che da uno scontro senza precedenti tutto interno al centrodestra. Da ieri sera il pallino è nelle mani di Silvio Berlusconi. Mentre da una settimana si allunga l´ombra del commissario governativo, che potrebbe esautorare la società già insediata per gestire l´evento del 2015, il premier convoca a cena ad Arcore i litigiosi partner dell´operazione, Letizia Moratti e Roberto Formigoni, insieme ai ministri Giulio Tremonti, Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Ignazio La Russa. Obiettivo: convincere il sindaco a un passo indietro, all´unica mossa che potrebbe sbloccare un impasse a questo punto assai pericoloso. Glielo chiedono tutti: la Moratti dovrebbe rinunciare alla nomina del suo braccio destro, Paolo Glisenti, come amministratore delegato della Soge, società partecipata per il 40 per cento dal Tesoro, per il 20 da Regione e Comune, per il 10 da Provincia e Camera di Commercio. Un pressing fortissimo, e sullo sfondo la minaccia del commissario. Come vorrebbe la Lega che pensa di far gestire il tutto dal sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli. E come non dispiacerebbe a Tremonti.
Ma la partita è complicata. Il sindaco vede come il fumo negli occhi l´ipotesi del commissario, che ridurrebbe Milano a una colonia. Ed è un´ipotesi di cui neppure il presidente della Regione vuole sentir parlare: Formigoni presiede il Tavolo Lombardia, organismo che si occupa delle infrastrutture necessarie per l´Expo, e l´arrivo del commissario gli toglierebbe la possibilità di gestire in prima persona finanziamenti e appalti. Per questo il governatore da giorni tenta di convincere la Moratti: passo indietro su Glisenti, solo così si evita il commissariamento. Ma è uno schema che deve fare i conti con gli appetiti della Lega. «Noi spingiamo Castelli», dicono i luogotenenti lombardi di Bossi, che però sta giocando anche un´altra partita. Il Carroccio, in grande spolvero pre-elettorale, vuole contare di più nell´Expo (ha solo un revisore dei conti nella Soge), ma ha già messo gli occhi sulla Fiera, finora dominata dai formigoniani e i cui organismi sono in scadenza. In particolare gli occhi dei lumbard sono puntati sulla presidenza della Fondazione, che è un po´ la cassaforte dell´Ente, da affidare a Marco Reguzzoni, fedelissimo del Senatùr, già presidente della Provincia di Varese e ora deputato.
L´ipotesi del commissariamento è accompagnata dalla trasformazione della Soge da spa a ente pubblico: poteri ridotti, conterebbe solo la figura nominata dal governo. Ma Castelli è solo una new entry, prima di lui si era parlato, e si continua a parlare, dell´ex ministro Lucio Stanca. Così come del responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso. Gli ultimi rumors, mentre è in corso l´incontro di Arcore, dicono che in caso di rinuncia di Glisenti, e scongiurato il rischio commissariamento, potrebbe arrivare come amministratore delegato della Soge Bruno Ermolli, in ottimi rapporti sia con Berlusconi che con il sindaco.