Libero, 17/2/2009, 17 febbraio 2009
VOGLIONO PROCESSARE ALBERTO PERCHE’ HA LAVATO UNA BICI
Teneva la bicicletta in ordine, si puliva le scarpe e si lavava le mani. Pure troppo, secondo l’ultima perizia svolta sugli effetti personali di Alberto Stasi e sulla casa in cui Chiara Poggi fu uccisa il 13 agosto 2007. Eppure sono troppo scarse le tracce del sangue della vittima trovate addosso all’indagato, secondo le due nuove consulenze depositate ieri dal legale della famiglia Poggi. Potrebbero essere state cancellate dal dispenser del sapone, presente nel bagno al piano terra della villetta, dove ci sono le impronte di Alberto e il Dna di Chiara. Un fatto che dimostrerebbe che «le mani di Alberto erano intrise di materiale organico di Chiara e possono ben essere state il mezzo attraverso il quale è stato ivi deposto il dna della vittima». Dunque Alberto, dopo aver ucciso la fidanzata, si sarebbe lavato le mani sullo stesso luogo del delitto per togliersi dal corpo le tracce del sangue di Chiara. Dunque «l’omicida ha sostato in bagno con le scarpe fortemente imbrattate del sangue della vittima». Siccome però il sangue non si trova, se ne deduce che sia stato asportato dalle calzature lavandole, visto che «sotto le suole delle scarpe Lacoste» c’è «la presenza di materiale biologico dell’indagato Alberto Stasi».
Poi, ricostruiscono gli inquirenti, avrebbe inforcato la bicicletta per fuggire. Proprio il fatto di non aver lasciato indizi, stavolta diventa un indizio: nessun dubbio che sui pedali vi sia «materia organica» di Chiara, così come sulla bici non ci sono «residui di fango o tracce di altra sporcizia, indicativi di un normale anche se sporadico utilizzo». In sintesi i pedali sono puliti ma, sugli stessi, c’è «un notevole quantitativo di Dna non degradato della vittima». Questo, perché la bicicletta è stata lavata. Inverso il ragionamento, uguale il risultato. Se sotto le scarpe non c’è sangue, è stato tolto. Se invece sui pedali c’è il dna della Poggi, allora sono stati puliti male
C’è una spiegazione per tutto: «Un generale effetto diluzione, provocato da operazioni di lavaggio, logicamente correla che ciò che in origine è molto diventa poco, mentre ciò che è già in origine è poco diventa niente». Inoltre, «il rinvenimento di Dna in quantità elevate e non degradato, indica la presenza di materiale biologico di origine recente ascrivibile, in via di pratica certezza, alla vittima diverso da quello che si potrebbe ottenere per semplice anche se ripetuta, manipolazione dell’area dei pedali dove i tamponi sono stati eseguiti». Per Capra c’è una sola conclusione possibile: «Ritengo che la bicicletta da uomo, sia stata almeno in parte ripulita in epoca successiva all’accertato significativo imbrattamento con materia organica della vittima».
Per Stasi, che dagli stessi esami approfonditi potrebbe emergere semplicemente come una persona perbene, sembra non esserci via d’uscita: se ci fosse sangue sarebbe indicato come l’assassino. Visto che però il sangue non si trova, l’autore dell’omicidio rimane sempre lui.