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 2009  febbraio 17 Martedì calendario

SCONTRO TRA SOTTOMARINI SFIORATO DISASTRO NUCLEARE

Che due sottomarini nucleari possano giocare all’inseguimento e toccarsi nei fondali in pieno oceano sembra una vecchia storia da guerra fredda. O da film, come l’Ottobre Rosso
con l’ammiraglio sovietico (Sean Connnery) che scappa e passa dalla parte del «nemico» americano. Che cosa pensare, invece, se al nascondino (con botto finale) nell’Atlantico sono due armi di punta della marina militare inglese e francese, cioè di due Paesi europei alleati e amici? E per giunta equipaggiate con arsenale «per la distruzione di massa»?
Non sorprende l’imbarazzo di Lord Admiral Jonathon Band, numero uno della flotta di Sua Maestà, quando ieri ha ammesso che il «Vanguard» britannico (classe di varo 1992) e «Le Triomphant» (classe di varo 1994), l’omologo con vessillo parigino, hanno sfiorato il disastro in mezzo all’oceano. E se, all’inizio del mese, data non specificata, la collisione non si è trasformata in una esplosione da big bang («dalle conseguenze impensabili» secondo una fonte della Difesa del Regno Unito) lo si deve, chissà se alla fortuna o alla circostanza che i due sottomarini «in emersione» stavano procedendo a pochi nodi di velocità. Nessuno dei 240 uomini a bordo è rimasto ferito e il carico non è detonato.
Fatto sta che il «Vanguard » e «Le Triomphant», sofisticate macchine belliche ora ricoverate e pesantemente ammaccate nei porti di Faslane in Scozia e di le Longue vicino a Brest sulle coste francesi, avrebbero dovuto darsi un segnale di presenza perché hanno il sonar apposta e ogni sonar, se in funzione, dà la carta d’identità dell’emittente. Se lo tengono spento è solo per non lasciare traccia in battaglia o in missione di spionaggio. Forse inglesi e francesi si scrutavano senza svelare la rispettiva rotta. Missione od esercitazione, è finita che, navigando a mosca cieca, i due sottomarini «in servizio di pattugliamento» siano «venuti a contatto», tanto per usare le formule diplomatiche nelle quali si è rifugiato Lord Admiral Jonathon Band. Accade una volta su un miliardo e oltre di possibilità che nelle profondità dell’oceano immenso un sottomarino sbatta contro un altro sottomarino e, quando capita, ammiragli, comandanti e governi coinvolti ne escono con l’immagine incrinata. Motivo per cui tutti cercano di tenere l’incidente segretissimo, specie se in stiva ci sono una trentina di missili nucleari.
I governi di Londra e Parigi avrebbero volentieri evitato di sbandierare questo scontro fra giganti degli abissi. La Francia, il 6 febbraio scorso, subodorando che la notizia fosse sul punto di diventare pubblica, aveva emesso un comunicato in cui si affermava che «Le Triomphant» era colliso con «un oggetto, probabilmente un container».
Bugia clamorosa che ha retto finché qualcuno, fra quelli che sapevano, ha soffiato alla stampa inglese il fattaccio. Possibile che il presidente Sarkozy e il primi ministro Gordon Brown fossero all’oscuro di un incidente nucleare sventato per caso? E che stavano combinando nello stesso minuscolo punto dell’Atlantico due sottomarini senza sonar inserito?