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 2009  febbraio 17 Martedì calendario

GIAPPONE IN CRISI MINISTRO "UBRIACO" ED ECONOMIA A PICCO

«Ma se ho bevuto solo un goccio di vino...». Basta questa goffa spiegazione, al ministro delle Finanze del Giappone Shoichi Nakagawa, per finire alla gogna: «Ci ha fatto perdere la faccia sul palcoscenico del mondo», ringhiano i principali media del Sol Levante. «Merita di essere licenziato immediatamente », tuona Yukio Hatayama, il segretario del Partito democratico, all’opposizione. «Ho provveduto a dargli un avvertimento – ha fatto sapere Takeo Kawamura, il segretario di gabinetto del governo di Taro Aso ”. Gli ho detto di stare bene attento a come si comporta ».
Per il momento Nakagawa non perderà il posto: il premier «mi ha chiesto di fare più attenzione nella gestione della mia salute e di concentrarmi nel mio incarico», ha riferito il ministro al termine di un colloquio con il capo del governo, al rientro in Patria. Qualcuno, nel giorno in cui il Giappone annunciava il crollo dell’economia (-12,7 per cento il dato riferito al Pil 2008, il peggiore in 35 anni), ha fatto perfidamente notare come la «sceneggiata » diffusa quasi in diretta da
YouTube del ministro delle Finanze che appare «ubriaco» alla conferenza stampa di fine G7, a Roma, sia apparsa come una scelta «perfettamente coerente con i tempi». Poco importa che l’uomo politico, famoso in Giappone per la sua passione per il bicchiere, si sia giustificato attribuendo ai «farmaci per il raffreddore» la sua pessima performance di fronte ai giornalisti di tutto il mondo. Che il Giappone, seconda economia dopo gli Stati Uniti, sia malato, è ormai un dato acquisito. Il suo ministro delle Finanze è apparso perciò una perfetta metafora del disastro in arrivo.
Shoichi Nakagawa, 55 anni, è il protagonista di un video che ha fatto il giro di tutti i notiziari del pianeta. Il ministro, le palpebre cadenti, la testa pesante come un’incudine, parla con voce impastata, le sue parole sono quasi inintelligibili. «Ecco... qualcosa come ... una dichiarazione ... è stata pubblicata », spiega a un reporter, il viso rosso come un peperone. Poi, credendo che un altro giornalista gli abbia rivolto una domanda, dice ad alta voce: «Dov’è? Non la vedo...». Infine risponde al posto del governatore della Banca del Giappone, che è al suo fianco impietrito dall’imbarazzo, citando cifre a sproposito. «Questa è una vicenda in cui la sua capacità di ministro è stata messa in dubbio – dichiara gelido Ichiro Ozawa, il leader dell’opposizione ”. La sua responsabilità nello screditare il Paese è pesante e credo che questa sia una fonte di imbarazzo».
Già, imbarazzo: in altre parole, la condanna più terribile per un politico orientale. Eppure il premier Taro Aso, alla guida del governo dal settembre scorso, precipitato nei sondaggi come nessuno prima di lui (è sotto il 10% di gradimento), non ha avuto il coraggio di «licenziare » il suo collaboratore proprio nei giorni in cui si appresta a incontrare il segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Dunque Nakagawa, figlio di un ex ministro, Ichiro, morto misteriosamente suicida nel 1983, autore di gaffe sulle donne «adatte solo a cucire e a cucinare », continuerà a guidare l’economia del Giappone. Forse, l’idea è che, tanto, peggio di così non potrebbe andare.