Gianluca Nicoletti,La Stampa, 17/2/2009, 17 febbraio 2009
L’EREDE DI MENTANA UN MARZIANO A ROMA
Di Alessio Vinci già dicono sia il vero marziano a Roma. Sarà il successore di Mentana a Matrix e viene dall’ufficio romano della Cnn. Chi lo ha conosciuto da vicino assicura che sia quanto di meno assimilabile ai soliti tele giornalisti del giro Roma-Milano. Poco appassionato delle vicende di palazzo, ancor meno alle letture passional strappalacrime di delitti e cronache cruente. Chi lo ha scelto, scartando il mazzo dei papabili annunciati per la successione del padre fondatore di Matrix, ha puntato sull’effetto tabula rasa. E’ probabile che si azzeri la formula del programma e si ricominci con qualcosa di completamente diverso dal solito talk tele giornalistico già visto contrapporsi specularmente nel duello serale con Porta a Porta.
Vinci ieri non ha voluto anticipare nulla sul suo progetto, almeno prima di poterlo comunicare alla redazione. Le tensioni dei giorni passati rendono l’ambiente abbastanza elettrico e la scelta di un giornalista «fuori piazza» potrebbe aver lasciato qualcuno con la bocca amara, anche se lo sciopero di oggi è stato revocato. Comunque il nuovo conduttore incontrerà tutti questa mattina e poi sarà dato sapere cosa accadrà a Matrix da martedì 24 febbraio, passata la pausa Sanremo. In fondo provvidenziale per ammortizzare l’effetto dirompente dell’epica rottura tra lo storico conduttore e il suo editore.
Alessio Vinci ha 40 anni, una presenza video notevole, non ha bisogno di riporti e artifici facciali, chi ha lavorato con lui ne apprezza la capacità di cogliere l’essenziale di una notizia. Esattamente l’opposto del medio anchorman italico da Transatlantico. Oltre all’italiano parla il tedesco, il francese, l’inglese e il russo. E’ lussemburghese di padre siciliano, Enrico Vinci, giurista esperto in istituzioni comunitarie è stato segretario generale del Parlamento europeo. Frequenta il liceo alla Scuola Europea di Lussemburgo, si iscrive a Scienze Politiche alla Statale di Milano, ma alla fine degli anni 80 con una borsa di studio inizia a collaborare alla Cnn di Atlanta.
Quando scoppia la prima guerra del Golfo viene assegnato al pool che segue l’evento, di cui cura e produce le dirette tv. Finita la guerra torna in Italia, ma quando gli arriva la notizia del golpe in Russia si fa avanti e propone alla Cnn di seguire la cosa. In Russia resterà cinque anni coprendo gli anni critici, da Boris Eltsin fino alla guerra in Cecenia. Nel ”96 viene trasferito alla redazione di Berlino fino alla guerra del Kosovo che seguirà da Belgrado, anche in questo caso prendendo lui l’iniziativa, riuscendo a convincere in anticipo la Cnn ad aprire un ufficio di corrispondenza. Questo gli permise di seguire prima in diretta i bombardamenti americani sulla capitale poi la rivolta che fece cadere il regime di Milosevic.
Tornato a Roma seguirà tra l’altro tutta la lunga agonia di Giovanni Paolo II i suoi funerali e l’elezione del nuovo Papa Benedetto XVI. Al tempo fu invidiatissimo dai suoi colleghi vaticanisti per essersi accaparrato la terrazza di Propaganda Fide, negoziandola con il Cardinal Sepe, in assoluto la miglior location possibile per girare servizi tv su piazza S. Pietro. Altro sensibile motivo d’invidia la sua bella moglie americana, con cui ha bambina di un anno. E’ molto sportivo, gioca a tennis, racconta che più di una volta se l’è vista brutta in territorio di guerra. Nel ”95 in Cecenia fu sfiorato dai bombardamenti a Grozny, poi in Afghanistan nel carcere di Mazar e-Sharif un detenuto si è fatto saltare in aria con una granata a pochi metri da lui. Ora l’aspetta una battaglia di sei mesi contro Vespa, però visti i precedenti non dovrebbe dargli gran pensiero.