Francesco Sisci, La Stampa, 17/2/2009, 17 febbraio 2009
GIAPPONE, IL PIL CROLLA: -12,7% IL DATO PEGGIORE DAL 1974
La crisi prende i colori della più profonda depressione all’ombra del sol levante. La crescita del Giappone, seconda economia del mondo, nell’ultimo trimestre del 2008 ha registrato una contrazione del 12,7% su base annuale, il peggiore dato da 35 anni, dai tempi dello choc petrolifero del 1974. Allora il crollo fu appena superiore a quello di oggi, il 13,1%.
Dopo la fine della guerra è la seconda volta che l’economia giapponese ha subito una contrazione di oltre il 10%. Economisti e analisti finanziari a Tokyo cominciano a prevedere una contrazione del pil per il 2009 del 4%, la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale. Sono numeri da crisi del ”29. Gli stessi analisti raccontano che questa sarà in Giappone la crisi più profonda e più lunga dal dopoguerra. Il governo del pemier Taro Aso ha ammesso che la situazione è peggiore di quella degli anni ”90, quando scoppiarono le bolle delle esportazioni e dei crediti bancari su immobili ipervalutati. Nell’ultimo trimestre 2008 del resto le esportazioni reali sono crollate del 13,9%, ferite anche dalla rivalutazione dello yen sul dollaro americano. Giganti che un tempo apparivano invincibili come Toyota e Sony oggi sono scossi.
Sony licenzierà 8mila lavoratori, Nissan e Nec 20mila per ciascuno, Pioneer 10mila. calata dello 0,5% la spesa nei consumi interni, che conta per il 50% del Pil. Non c’è ottimismo a Tokyo: il quotidiano Asahi Shinbun spiega che la contrazione delle esportazioni sta aumentando e che quindi dati del primo trimestre del 2009 potrebbero essere ancora
Il governo annuncia nuovi investimenti di sostegno all’economia per oltre 109 miliardi di dollari mentre, secondo il quotidiano Yomiuri Shinbun pensa a un bilancio speciale di 963 miliardi di dollari per l’anno fiscale che comincia ad aprile. Ma c’è incertezza anche sull’efficacia di queste misure, visto che negli anni ”90 il Giappone promosse una politica di bassi tassi di interesse che creò non crescita ma stagnazione e inflazione.
Oggi il Giappone ha già un costo del denaro praticamente sotto zero e un deficit pubblico di oltre il 180% del Pil. A gennaio, per il 17° mese di fila sono cadute le vendite degli appartamenti, questo ultimo mese c’è stato un crollo del 24%. La situazione poi rischia di avere subito riflessi negativi sull’America. Il Giappone è dopo la Cina, il secondo acquirente mondiale di debito americano.