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 2009  febbraio 17 Martedì calendario

BERLUSCONI MORATTI ACCORDO PER L’EXPO

Round decisivo, ieri sera, sulla più delicata partita giocata attorno all’Expo: l’intesa è stata raggiunta, il «problema Glisenti», come in molti l’hanno definito, sarebbe superato. E’ quanto trapela alla fine del summit di Arcore dove - tra un festeggiamento e l’altro per la vittoria in Sardegna - si è deciso il cambio di marcia sulla gestione dell’Esposizione Universale del 2015. Alla fine si è deciso di dare mandato al sindaco di Milano Letizia Moratti e allo stesso premier Berlusconi per far finalmente partire la macchina dell’Expo. Spiega il sindaco Moratti, al termine della cena: «Abbiamo raggiunto una larga intesa con tutte le forze politiche per rafforzare il progetto Expo per Milano, la Lombardia e il Paese. stato dato mandato al presidente Berlusconi e a me, in stretta collaborazione con il presidente Formigoni, con le altre istituzioni come la Provincia di verificare quelle che possono essere eventuali modifiche per garantire l’avvio più rapido della società che dovrà gestire l’Expo per un percorso più agevole per l’organizzazione dell’evento».
Per sbrogliare il nodo gestione dell’Expo - il cui problema numero uno era rappresentato da Paolo Glisenti, voluto dalla Moratti, meno, molto meno dalla politica romana, (Tremonti in primis) - ieri sera ad Arcore era riunito mezzo governo. Ospite del premier Silvio Berlusconi, c’era ovviamente il sindaco Moratti. Di fronte, uno stuolo di ministri, a cominciare dal commensale di tutti i lunedì, il ministro alle Riforme e leader della Lega Umberto Bossi, Giulio Tremonti, il titolare della Semplificazione Normativa Roberto Calderoli, della Difesa (nonché reggente di An) Ignazio La Russa, oltre al governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. Insomma, tutti attorno al tavolo per risolvere il nodo della governance, oltre che per decidere, una volta per tutte, come fare partire le grandi manovre dell’esposizione.
Da giorni circolavano indiscrezioni su un possibile azzeramento della società di gestione con la nomina di un commissario. Di certo al Tesoro si premeva affinché la Moratti si decidesse a separare il ruolo di chi ha contribuito all’aggiudicazione dell’evento da quello di chi dovrà gestire i soldi pubblici in tempi di crisi. Ma ieri sera il sindaco Moratti, giunta ad Arcore per «chiarire una situazione di impasse che può diventare rischiosa», ribadendo il proprio «spirito costruttivo», avrebbe aperto a una nuova soluzione. A patto che dal vocabolario sparisse la parola commissariamento. Così è stato, nessun commissario piomberà a Milano per prendersi cura della società, la Moratti farà un passo indietro e Glisenti nel frattempo vedrà il suo ruolo ridimensionato, anche se le modalità si vedranno in seguito.
Si sarebbe così trovata la quadra sull’opposizione che da tempo il sindaco di Milano trovava nel governo - e soprattutto i Tremonti -, dove in diversi non volevano che la regia dell’evento fosse appannaggio del solo Glisenti e del solo Comune di Milano che, dopotutto, ha appena il 20% della società, con il 40% in mano al Tesoro. E invece con ieri sera le nuovole sembrano schiarirsi, con la Moratti che può annunciare anche la conferma di tutti i finanziamenti, 1,4 miliardi per le opere essenziali, 1,880 per le opere connesse, con la piene disponibilità del sindaco, se necessario, a «rimodulare le destinazioni dei finanziamenti». «Siamo molto soddisfatti - dice anche Formigoni - perchè adesso si può dire che l’Expo è partito, siamo stati come dei meccanici che questa sera hanno fatto il tagliando a un motore che adesso ha forza e benzina. Saremo pronti per il 2015 e questa sera abbiamo ribadito che non c’è alcuna necessità di ridimensionare il progetto».