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 2009  febbraio 12 Giovedì calendario

VI RACCONTO LE MIE MITICHE DONNE


Produttore, compositore, arrangiatore, talent scout, chitarrista e cantante: in una parola, uno dei più raffinati «music maker» italiani. Da quarant’anni dietro un’alta percentuale dei brani che funzionano in radio e nella hit parade c’è lui, Mario Lavezzi . L’ultimo trionfo in ordine di tempo è Scialla, la compilation dei ragazzi di Amici (che ha prodotto), da tre settimane numero uno in classifica. Il prossimo passo sarà "A più voci", un album speciale (in uscita il 20 febbraio) con il meglio delle sue composizioni in duetto con un cast che comprende Ornella Vanoni, Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Ivana Spagna, Riccardo Cocciante, Biagio Antonacci, Alexia, Gianni Morandi, Luca Carboni e Teo Teocoli.
Alla vigilia di questo cd evento e della sua prima apparizione a Sanremo, con Alexia, Lavezzi ha aperto a Panorama il diario dei suoi ricordi da backstage con le più grandi interpreti della musica italiana. Dalla tempestosa relazione umana e professionale con Loredana Bertè a quella volta che Mina disse no a una canzone scritta da lui e Mogol.

Mina
«Una volta Mina ha rifiutato di incidere vita, un pezzo scritto a quattro mani da me e Giulio Rapetti, in arte Mogol. L’avevo cercata al telefono pieno di entusiasmo e le avevo detto: "Guarda che ho un brano forte per te. Ascoltato e fammi sapere". Il suo assoluto silenzio è stato più esplicito di qualsiasi no. Mina è determinatissima e su quello che vuole cantare non ha mai dubbi. Per quanto riguarda gli autori, ha un approccio da talent scout. A lei piace lavorare con gente nuova che non ha mai scritto per nessun altro. La sua scelta di ritirarsi dalle scene? Non credo che abbia prodotto effetti positivi sulla musica. Per essere creativamente al top bisogna confrontarsi, vivere nel mondo. Mi viene da pensare che lei non si sentisse più a suo agio sul palco. Tornando a Vita, anche Fioretta Mannoia storse il naso e disse di non volerla registrare. Ma non gliel’ho mai rinfacciato perché agli artisti è difficile dire: io te l’avevo detto. Alla fine, la canzone piacque a Lucio Dalla e a Gianni Morandi che la registrarono. E fu un grande successo».

Alexia
«Il pezzo che quest’anno portiamo insieme a Sanremo si chiama Biancaneve. Sarò sul palco con lei. All’alba dei sessantanni, debutterò all’Ariston. Prima di proporglielo l’ho fatta cantare anche ad altri interpreti, poi ho avuto l’illuminazione e l’ho contattata. Il pezzo parta di un uomo maturo che s’innamora follemente di una ragazza. Ad Alexia ho chiesto di essere sensuale e grintosa e di entrare nella parte perché il segreto di un brano che arriva al cuore della gente è l’immedesimazione. Beh, devo ammettere che Alexia è riuscita a emozionarmi. E dire che io di donne in sala d’incisione ne ho viste tante».

Fiorella Mannoia
«Con lei Caterina Caselli prese un granchio e le restituì il contratto già firmato con due anni di anticipo. Ai tempi Caselli, oggi discografica di grande successo, lavorava alla Cgd e io ero il produttore dei dischi di Fiorella. Bussammo allora alta porta detta Sony che non volle sentire ragioni. «Abbiamo già Marcella Bella» fu la risposta. La Sony ci ripensò cinque anni dopo e le accordò un minimo garantito altissimo. Niente di strano: queste cose succedono tutti i giorni nella discografia. Io stesso ho bocciato senza appello dei brani di Zucchero quando ancora si faceva chiamare Adelmo Fornaciari. Poi è andata come è andata».

Loredana Bertè
«Con lei è nato prima il rapporto sentimentale e poi quello professionale. Negli anni Settanta, dopo che aveva appena chiuso la relazione con Adriano Panatta, me la ritrovai in lacrime in sala d’incisione perché l’avevano esclusa dal Disco per l’estate. La sua canzone, Sei bellissima, aveva la colpa di avere nel testo una frase considerata troppo audace: "A letto mi diceva sempre..". Erano i tempi in cui Loredana appariva svestita sulle copertine dei dischi e il pubblico le gridava "nuda!" durante i concerti. La nostra storia è stata molto complicata e sofferta. Io stavo con una fidanzata che non avevo il coraggio di lasciare e lei, per vendicarsi, mi faceva ogni tipo di dispetto. Una volta, dopo una lite furibonda, prese un aereo per la Turchia. Tornò dopo una settimana con un ragazzo che aveva conosciuto al Club Med. Non posso dimenticare un viaggio in macchina a tre: lei guidava, io ero al posto del passeggero e lui da dietro la stringeva e la sbaciucchiava. Una prova durissima che mi ha fatto sanguinare il cuore. E anche versare qualche lacrima».