Giacomo Susca, il Giornale 7/2/2009, 7 febbraio 2009
CAUSE PERSE: OGNI TRIBUNALE CI COSTA 30 MILIONI L’ANNO
La bilancia defia giustizia italiana pende tutta da una parte: quella delle perdite. Si è calcolato cioè che un tribunale di medie dimensioni costa in un anno 43 milioni di euro e produce ricavi per 12. Un’operazione facile facile, e si capisce come quei 31 milioni svaniti nei corridoi dei palazzacci della Penisola ce li rimettano i cittadini. Così le tasse dei contiibuenti finiscono negli ingranaggi dei procedimenti senza che questi generino altrettanti «ricavi»; sia nel senso di un’applicazione efficace del diiitto sia sul piano dell’efficienza economica.
Il primo studio che cerca di adattare i criteri dell’analisi costi benefici al sistema giudiziario è stato realizzato dal Comiug (Centro per l’organizzazione, il management e l’informatizzazione degli uffici giudiziari dell’università di Bologna) e i risultati sono stati resi noti a fine 2008. Tanto per cominciare, i ricercatori hanno potuto constatare che i tribunali non conservano nei propri archivi qualcosa che somigli a un bilancio di un’azienda privata. La conseguenza è una diffusa anarchia gestionale e un disinvolto quanto incontrofiato spreco di pubbliche risorse.
Una dimostrazione? Ecco alcuni voci di spesa ricostruite nell’indagine: nel caso deltribunale di Bologna, nell’anno di riferimento (il 2005) le spese sono ammontate
a 20,2 milioni di euro mentre le entrate si sono fermate a 10,9 milioni. Quanto all’ufficio della Procura della Repubblica bolognese, il disavanzo lievita a 21,7 milioni di uscite contro 426mila euro di introiti.
Nel complesso, oltre il 61 percento delle risorse a disposizione è assorbito dagli stipendi del personale (magistrati e amministrativi), seguite dal 25 per cento legato alle spese giurisdizionale e la parte residuale attiene all’utilizzo e alla manutenzione delle strutture. Sono le indagini, invece, a rappresentare la quota preponderante delle spese delle Procure (più del 40%), mentre costituiscono fonti di introito per il sistema le sezioni civili dei tribunali, capaci di incassare imposte, contributi, riscossioni. Ma proprio quest’ultime sono sotto accusa per la durata dei processi. In Italia ci vogliono in media 1.210 giorni per arrivare alla sentenza di primo grado, ovvero, due anni in più della media Ocse. Un dato che inchioda il nostro paese al 156° posto sulle 181 realtà monitorate dalla Banca d’Italia.