Chiara Bussi, Il sole 24 ore 16/2/2009, 16 febbraio 2009
EMISSIONI STABILI IN FAMIGLIA
Un timido risultato fino al 2006, certificato dalle statistiche. E un potenziale sviluppo positivo negli anni più recenti preannunciato dai consumi. Secondo i dati Istat dal 2000 al 2006 le emissioni di Co2 da parte delle famiglie sono calate di appena l’1 per cento. La modesta performance viene alla luce proprio nel giorno del quarto anniversario del protocollo di Kyoto, che Il Sole 24 Ore del Lunedì ricorda con un numero a impatto ambientale zero.
I dati ufficiali si fermano al 2006 per motivi di raccolta statistica, ma contengono già una sorpresa: il "nemico" è dentro casa e non sulla strada. Se infatti le emissioni di anidride carbonica generate dai carburanti e dai lubrificanti delle auto sono calate del 10%, quelle derivanti dal riscaldamento sono cresciute dell’8 per cento.
«Il trasporto non sembra più essere il grande colpevole», sottolinea Clara Poletti, direttore del Centro ricerca ambiente ed energia dell’Università Bocconi. Complessivamente nel 2006 gli italiani hanno immesso nell’aria 104 milioni di tonnellate di anidride carbonica, pari a 1,7 tonnellate pro capite. Ma dati alla mano, si scopre che a partire dal 2004 il primato nella generazione delle emissioni di anidride carbonica è passato dai carburanti delle auto al riscaldamento, con un picco a 58,3 milioni di tonnellate di Co2 nel 2005. «La dinamica del riscaldamento - prosegue Poletti - dipende molto dalle temperature e va ricordato che il 2005 è stato un inverno particolarmente rigido». Le famiglie sono state invece più virtuose sul fronte delle emissioni di monossido di carbonio e dei composti organici non volatili. Le prime, generate soprattutto dai gas di scarico delle auto, sono diminuite del 34%, mentre le seconde, sprigionate dalle vernici utilizzate in casa, sono calate del 28 per cento.
Dal 2006 in poi a raccontare la storia delle emissioni sono i consumi e i comportamenti degli italiani. Dalle auto agli elettrodomestici passando per le caldaie, i dati di mercato fotografano un’attenzione sempre più crescente all’ambiente.
Dal 1998 al gennaio 2009 sono state immatricolate 391mila auto "verdi", con una quota di mercato passata dallo 0,1 a quasi il 4 per cento. Una virata verso il rispetto dell’ambiente che si è fatta sempre più visibile proprio negli anni 2005 e 2006: secondo i dati dell’Unrae, i veicoli a benzina e metano immatricolati sono passati da circa 9mila del 2004 a oltre 24mila nel 2006, quelli a benzina+gpl sono addirittura quintuplicati, fino a superare quota 70mila nel 2008. Ulteriori sviluppi positivi in nome della sostenibilità saranno possibili sulla scia del decreto anti-crisi appena entrato in vigore (si veda Il Sole 24 Ore del 12 febbraio).
La politica degli incentivi ha favorito anche la conversione al verde nel settore degli elettrodomestici. Dal 2006 al 2007 i frigoriferi ad alta efficienza energetica (A+ e A++) sono passati dal 12 al 26% del mercato. Secondo il Ceced, il trend è proseguito anche nel 2008 con una quota stimata del 47 per cento. Ogni nuovo apparecchio riduce il consumo annuo di elettricità di circa 200 kWh. Sostituendo i circa 20 milioni di elettrodomestici in uso da oltre dieci anni nelle famiglie italiane con quelli di ultima generazione si realizzerebbe un risparmio di elettricità pari al consumo di una città come Palermo.
Un altro segmento verde in crescita è quello delle caldaie a condensazione: se nel 2003 rappresentavano il 4% appena del mercato, sono balzate a quasi il 29% nel 2007, anche grazie alla possibilità di detrarre il 55% della spesa. A tracciare un bilancio dei consumi verdi è l’Autorità per l’energia. Dal gennaio 2005 al maggio 2008 nelle case degli italiani sono stati installati oltre 800mila elettrodomestici a basso consumo, 21 milioni di lampadine ad alta efficienza, 230mila metri quadrati di pannelli solari per produrre acqua calda. Apparecchiature che hanno consentito un risparmio di oltre 5 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
«A dare una mano alla riduzione delle emissioni gassose sarà anche la congiuntura», sottolinea Poletti. Già il mese scorso la crisi economica ha fatto precipitare dell’8,5% i consumi di energia in Italia, raggiungendo livelli di 34 anni fa. «Ma il Paese - conclude - deve puntare a misure strutturali per far fronte ai problemi ambientali».
LA BORSA DEI FUMI
Inquinare costa meno
La crisi colpisce anche la «Borsa dei fumi» e inquinare oggi costa meno. Il prezzo dell’anidride carbonica sulla piattaforma londinese dell’European Climate Exchange, il principale mercato europeo per la contrattazione del carbonio, è sceso la scorsa settimana sotto i 9 euro a tonnellata dopo un massimo di 28,50 euro a metà 2008.
Un crollo di oltre il 70% che secondo gli analisti è strettamente collegato al calo della produzione industriale. Dal punto di vista economico-finanziario la notizia non sorprende gli operatori: «L’anidride carbonica è una commodity e agisce secondo meccanismi di mercato. Sarebbe ben più grave se in una situazione come quella attuale i prezzi restassero alti», commenta un analista. Il dato è però una doccia fredda in nome del protocollo di Kyoto, che puntava a scoraggiare le emissioni di gas serra. Alla Borsa dei fumi, infatti, non si scambiano titoli ma diritti a inquinare: certificati che attestano come un certo numero di tonnellate non siano state emesse nell’atmosfera dal venditore e che possono dunque essere utilizzate dall’acquirente. A monte c’è il cosiddetto «Emission Trading Scheme», che è entrato in vigore nel 2005, assegnando a ciascuna impresa una quota di emissioni di anidride carbonica. I soldi pagati dagli acquirenti vanno a finanziare la riduzione del danno ambientale, innestando così un circolo virtuoso.
Piccole e grandi performance ecologiche
-1%
Gas serra
il calo delle emissioni totali di Co2 da parte delle famiglie nel periodo 2000-2006 secondo l’Istat. Una modesta performance dovuta alle emissioni generate dal riscaldamento, in rialzo dell’8%, con un picco a 58,3 milioni nel 2005. In calo, invece, del 10% quelle di carburanti e lubrificanti per il trasporto
-34%
Monossido di carbonio
la variazione delle emissioni di monossido di carbonio da parte delle famiglie dal 2000 al 2006 secondo l’Istat. A contribuire al risultato è stata la diminuzione del 40 per cento dei gas emessi nell’atmosfera dal trasporto personale, passati da 3,1 a 1,8 milioni.Nel 2006 le emissioni totali erano pari a 2,3 milioni
3,8%
Auto verdi
Sono 391.201 le immatricolazioni di auto verdi dal 1998 al gennaio 2009. Parallelamente, secondo i dati Unrae, la loro quota di mercato è passata dallo 0,10 al 3,77 per cento. Le più gettonate restano quelle a benzina e metano (219mila), seguite da benzina e gpl (circa 130mila)
47%
Frigoriferi
l’incidenza di frigoriferi ad alta efficienza energetica (A+ e A++) stimata da Ceced per il 2008 sulle vendite totali rispetto al 12% nel 2006 e al 26% nel 2007. Ogni pezzo riduce il consumo annuo di circa 200kwh. Nel 2007 e 2008 sono stati sostituiti 1,3 milioni di prodotti obsoleti, pari al 4,5% dell’intero parco installato
28,4%
Caldaie a condensazione
Sono 185mila le caldaie a condensazione vendute nel 2007. La loro quota di mercato è balzata al 28,4% rispetto al 4% del 2003 e al 10% del 2006. A trainare le vendite sono stati anche gli incentivi che consentono la detrazione fiscale del 55% previsti dalla Finanziaria 2007 e la tendenza a scegliere la formula del riscaldamento autonomo