SB Internazionale 10/2/2009, 10 febbraio 2009
NEGAZIONISMO VATICANO
Benedetto XVI ha preso una decisione indicativa del segno che vuole imprimere al suo papato e che potrebbe comportare gravi conseguenze per la chiesa. Per ricomporre lo scisma con i cattolici ultratradizionalisti ha revocato la scomunica che pesava su quattro vescovi ordinati da Marcel Lefebvre nel 1988.
La volontà di attirare a sé questo settore estremista della chiesa, che si oppone a qualsiasi rinnovamento liturgico o intesa ecumenica con altre fedi, ha prevalso sul consiglio dato dai cardinali di tutto il mondo, riuniti a Roma nel 2006 per discutere della riconciliazione con i lefebvriani. I cardinali suggerirono a Benedetto XVI che la riconciliazione sarebbe dovuta avvenire solo a patto che gli seismatici aderissero al Concilio Vaticano II (cosa che non è successa). I lefebvriani invece chiedevano la revoca della scomunica come condizione preliminare per un riavvicinamento. Il papa ha deciso di cedere, con un gesto di debolezza di cui gli ultratradizionalisti sapranno sicuramente approfìttare.
E’ difficile non interpretare la decisione di riammettere i vescovi consacrati da Lefebvre come un avvicinamento almeno tattico di Benedetto XVI all’estrema destra cattolica. E questo finirà per causare un profondo malessere in altri settori della chiesa.
Per non parlare delle conseguenze tra gli ebrei di tutto il mondo. I lefebvriani si oppongono a un’intesa con l’ebraismo, e uno dei quattro vescovi riabilitati dal papa, Richard Williamson, difende peffino le tesi negazioniste sull’Olocausto. Benedetto xvi, che aveva già rispolverato nel 2007 una preghiera preconciliare del venerdì santo in cui s’invoca Dio perché "illumini e converta gli ebrei", sembra aver dimenticato di nuovo che le sue responsabilità attuali non sono quelle di un teologo.
Il papa ha lanciato un segnale preoccupante sull’atteggiamento della gerarchia cattolica, pronta a pretendere dagli altri un’integrità che non ha: con l’unico proposito di chiudere lo scisma, la chiesa ha deciso di tollerare l’estrema destra e la negazione dell’Olocausto. Non può esserci un relativismo morale più grande.