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 2009  febbraio 13 Venerdì calendario

IL BIOLOGO CHE INGANNA GLI UCCELLI PER PROTEGGERE IL VOLO DEGLI AEREI

Leonardo studiò per anni il volo degli uccelli, progettando macchine alate che non videro mai il cielo. Oggi che gli uomini volano davvero, c´è chi continua a tenere d´occhio gli stormi. Non per imitarli, ma per evitare che ci riportino drammaticamente a terra, scontrandosi con gli aerei e mettendone fuori uso i motori, come è successo a New York il mese scorso.
Steve Osmek è un biologo naturalista. Tutte le mattine si alza per andare al lavoro. Non in qualche università, in una riserva naturale o in uno zoo. Il datore di lavoro di Osmek è il Seattle Tacoma International Airport, l´unico aeroporto degli Stati Uniti ad avere un biologo a tempo pieno nel suo staff fin dagli anni Settanta. Il compito di Osmek è fare in modo che gli uccelli stiano alla larga dagli aeroplani. Con le buone e, se serve, con le cattive.
Le collisioni tra aerei e uccelli, i cosiddetti «birdstrike», sono in costante aumento. Nei soli Stati Uniti sono passate da meno di 2 mila nel 1990 a oltre 7 mila nel 2007. In Italia si è andati dai 348 scontri del 2002 ai 708 del 2007. Si tratta di dati parziali, influenzati anche dalla crescente attenzione nei confronti del fenomeno. Ma è certo è che l´espansione dei centri urbani e i piani di ripopolamento hanno aumentato negli ultimi anni la presenza di volatili intorno agli aeroporti. E più uccelli significa maggior rischio di impatto.
L´aeroporto di Seattle mette a disposizione di Osmek e del suo staff un budget annuo di 250 mila dollari. Per comprendere meglio le grandezze in gioco, si consideri che sostituire un solo motore danneggiato da un uccello costa 500 mila dollari, e che i danni globali da birdstrike sono stimati in oltre 1,2 miliardi di dollari l´anno. Dal 1988, gli impatti tra aerei e volatili hanno causato oltre 200 morti.
Con il tempo, Osmek e altri specialisti in giro per il mondo hanno escogitato una serie di espedienti per dissuadere gli uccelli dal frequentare gli aeroporti. Alcuni richiedono tecnologie avanzatissime, altri sono alquanto primordiali. Innanzitutto, a Seattle hanno piantato alberi dal fogliame fitto, sui quali sia difficile nidificare. Poi hanno coperto laghetti e stagni, per evitare che gli uccelli acquatici vi si posino o vi trovino nutrimento. I volatili che si avvicinano troppo alle piste vengono spaventati con scoppi di fuochi pirotecnici o con raggi laser. Un collega di Osmek è stato assunto con il compito di catturare centinaia di falchi e di deportarli in un´area lontana dall´aeroporto. Ma non tutti i pennuti sono trattati con lo stesso riguardo: quelli che si mostrano troppo abituati alla presenza di aerei e uomini, vengono presi e soppressi.
Il vero fiore all´occhiello del Seattle Tacoma è però un sistema di radar installato l´anno scorso che permette di rintracciare uccelli in un raggio di dieci chilometri e fino a mille metri di altezza. Il radar consente di individuare i volatili anche quando non sono immediatamente visibili ad occhio nudo, ma soprattutto di costruire sul lungo periodo modelli comportamentali con i quali produrre vere e proprie previsioni del traffico di volatili. L´obiettivo è far sì che in futuro questi dati arrivino direttamente alle torri di controllo e ai piloti, proprio come le previsioni del tempo e gli allarmi sulle raffiche di vento.