Marisa Fumagalli, Corriere della Sera, 15/2/2009, 15 febbraio 2009
LA CONTESSA DEL CINEMA E LA LITE SULL’EREDITA’
«Dov’è il patrimonio da rivendicare? Figurarsi. Non me la passo tanto bene neppure io... La ricchezza è ormai un ricordo. Evaporò con il crollo della nostra società di produzione e distribuzione. Comunque sia – dice Marina Cicogna – i giudici hanno respinto il ricorso dei miei due nipoti. una brutta storia, che mi ha profondamente ferito». Da un aeroporto internazionale, in partenza per gli Usa («vado a seguire il Los Angeles Italia Film, Fashion and Art Fest di cui sono presidente»), la contessa del cinema, al telefono, commenta un fatto giudiziario che la riguarda molto da vicino: la conclusione, a suo favore, di una intricata vicenda che mischia legami affettivi e quattrini. Si tratta della sentenza del Tribunale civile di Venezia, depositata alla fine del 2008, ma trapelata solo in questi giorni, come riferisce Il Gazzettino. Al centro della causa, andata avanti un paio d’anni, c’è l’eredità contesa di Anna Maria Cicogna Mozzoni, deceduta a 91 anni nel 2004, madre di Marina e nonna di Gianfranco e Gianluca, figli di Bino, morto, suicida, in Brasile negli anni Settanta, proprio nel periodo nero del tracollo finanziario. Che travolse anche i cospicui beni messi a disposizione dalla madre, allora molto ricca, per tenere in piedi la
Euro International Film. Del resto, Anna Maria Cicogna era figlia del leggendario Giuseppe Volpi conte di Misurata, governatore della Tripolitania durante il Ventennio, uno dei fondatori del polo industriale di Porto Marghera e proprietario di prestigiose catene alberghiere. A Venezia, gestiva il Grand Hotel Excelsior del Lido. E fu lui l’ideatore della Mostra del cinema.
Ma torniamo all’oggi. «Durante gli ultimi sei anni di semi- infermità, chiusa nella nostra casa di Venezia, la mia mamma non ha mai avuto il piacere di una visita dei nipoti – racconta Marina Cicogna ”. vero, però, che i miei rapporti con loro erano buoni (Gianfranco è pure mio figlioccio); ci sentivamo spesso. Non avrei mai immaginato di trovarmeli contro, in un ricorso giudiziario». Eppure, si sa, nelle grandi dinastie, le liti patrimoniali riescono a far vacillare anche i più solidi legami di sangue. Fatto sta che Gianfranco e Gianluca Cicogna – il primo vive in Sud Africa, il secondo a New York ”, dopo aver ereditato dalla nonna la parte spettante per diritto di rappresentazione («essendo il loro genitore Bino, deceduto prima della madre», nota l’avvocato Sergio Camerino, legale della contessa Marina), non si accontentano. Anzi. Accusano la zia di essersi impossessata di alcuni beni della contessa Anna Maria, mentre era ancora in vita. In dettaglio, fanno riferimento, ad esempio, ad un’asta del 1999, tenuta da Semenzato, durante la quale furono vendute alcune opere appartenenti alla famiglia, che fruttarono poco meno di 4 milioni di euro. «Di tale somma – protestano – non abbiamo ricevuto nulla». E aggiungono che nulla ebbero dal ricavato della vendita di un immobile di Venezia, sul Canal Grande, ricco di arredi e dipinti. Ribatte Marina, vincitrice: «I miei nipoti dimenticano che tutti i beni della nonna finirono nel fallimento della società di cui era amministratore Bino. Insomma, a mia madre non rimase che vendere quella casa per mantenersi. Tanto che, poi, andò a vivere nell’appartamento della servitù, dove stavo anch’io quando ero di passaggio a Venezia. Ora ho venduto anche quello». A quanto pare, Marina Cicogna, dal passato turbinoso e trasgressivo («non mi piacciono i vizi minori», disse in un’intervista), a settanta e rotti anni, è alle prese con i conti da quadrare.
Per sua fortuna, ha avuto la meglio sui nipoti (che, comunque, potrebbero fare appello), condannati a pagare 5 mila euro di spese legali, ma non al risarcimento danni, chiesti dalla zia in seguito al sequestro di un immobile (sito in Modena), ottenuto da Gianfranco e Gianluca, nel corso della causa. Che, tra l’altro, ha visto sfilare come testimoni alcune persone del bel mondo di oggi e di ieri. Tra queste, l’attrice Florinda Bolkan, che, per lungo tempo, fu discreta compagna di vita di Marina. «Ho vissuto come volevo vivere – rivelò la contessa del cinema ”. Ma a casa mia. Non mi piacciono gli esibizionismi».