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 2009  febbraio 16 Lunedì calendario

CHAVEZ: « IN GIOCO IL MIO DESTINO»

E´ con la benedizione di Fidel Castro che Hugo Chavez dovrebbe vincere il referendum che gli consentirà di restare presidente a vita. Ieri, diciassette milioni di venezuelani sono stati chiamati a decidere sull´emendamento ad alcuni articoli della Costituzione che permetteranno la rielezione illimitata del presidente e di altre cariche pubbliche. Contrariamente a quanto previsto dall´attuale Magna Carta, governatori, sindaci, deputati nazionali e regionali, con le modifiche apportate agli articoli 160, 162,174, 192 e 230, allo scadere del secondo mandato potrebbero ricandidarsi alla stessa carica.
«Oggi si decide il mio destino politico», ha detto Chavez commentando il voto per la rielezione senza limite al numero dei mandati. «Il Venezuela andrà avanti lungo la strada della rivoluzione socialista», ha invitato il presidente, invitando tutti a rispettare il risultato del referendum. In dichiarazioni alla stampa subito dopo aver votato in un seggio elettorale a Caracas, Chavez ha sottolineato che la giornata sta trascorrendo in tutta normalità, segnalando solo qualche incidente minore i cui responsabili «non appartengono alla nostra gente».
Fidel Castro, quanto a lui, dice di non avere «alcun dubbio» sulla vittoria dell´amico Chavez. «Trascorrerò la giornata del 15 ad ascoltare le notizie sul referendum popolare che deve dire sì o no al diritto del leader bolivariano Hugo Chavez a essere nuovamente candidato alla presidenza della Repubblica bolivariana di Venezuela», ha scritto l´ex lider maximo cubano nella sua ennesima riflessione pubblicata sul quotidiano Juventud Rebelde. «Non nutro alcun dubbio sulla sua vittoria».
Diversa è l´opinione dell´eurodeputato del Partido Popular spagnolo Luis Herrero, espulso venerdì sera dal Venezuela per aver dato del "dittatore" al presidente Hugo Chavez. Ieri mattina, al suo arrivo a Madrid Herrero ha espresso nuove forti critiche al dirigente socialista latinoamericano. Secondo l´eurodeputato «Chavez non capisce le regole della democrazia e che i venezuelani ne patiscono le conseguenze».
Poco prima dell´apertura dei seggi, il presidente Chavez ha dichiarato che il Venezuela è pronto ad avvicinarsi a Washington, purché il presidente Barack Obama «non inizi ad assomigliare al suo predecessore, George W. Bush». Chavez durante un lungo incontro con la stampa estera, ha ricordato che Caracas ha «la miglior volontà possibile per poter tornare ad avere, quanto meno, il livello di rapporti che avevamo con Bill Clinton, relazioni che pur non essendo facili, erano gestibili».