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 2009  febbraio 15 Domenica calendario

BANCHE IN ROSSO PER 2MILA MILIARDI. DRAGHI: «ORA FUORI I TITOLI TOSSICI»

Ad un gruppo di giornalisti incontrati per caso a margine del G7, Mario Draghi, governatore della Banca d´Italia e presidente del Financial Stability Forum, confida un dato. Eccolo: a livello globale, le perdite delle banche investite dal ciclone dei subprime oscillano tra 1.400 e 2.200 miliardi di dollari. Una tombola. E´ anche per questo che Draghi reclama dai banchieri «massima trasparenza». Scandisce: «Tutte le banche devono tirare fuori gli asset tossici dai loro bilanci». E poco importa se questi titoli avvelenati finiscono in una «bad bank» o in altri organismi simili. Quello che conta davvero per ristabilire la fiducia è «che si faccia luce sulla qualità dei bilanci bancari».
Il governatore ricorda tutto quello che è stato fatto finora per riportare la calma sui mercati: «Pensate agli interventi dei governi e delle banche centrali, ai pacchetti fiscali approvati nei diversi paesi, alle iniezioni di liquidità straordinarie, al ribasso dei tassi di interesse, alla revisione delle garanzie». Tutte azioni «non convenzionali» già prese. Ma adesso che la crisi finanziaria s´è trasferita sull´economia reale, è urgente la glasnost.
Draghi partecipa alla conferenza stampa finale di questo G7 tutto dedicato alla crisi, il primo della presidenza italiana. Siede dietro ad un tavolone accanto al ministro dell´economia Giulio Tremonti e al direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli. Tutto intorno, telecamere, flash e maxi-schermi. Stavolta governatore e ministro appaiono compatti, ben attenti a non fare strappi, come è invece accaduto a Parigi, ancora due mesi fa. Si nota solo una differenza nell´uso della lingua quando a porre quesiti sono i giornalisti stranieri: Draghi risponde in inglese, Tremonti no. Ma per il resto, s´assiste ad una insolita sintonia di vedute. Così, quando il ministro ripete che in una fase gravida di incognite tutte le previsioni economiche sono solo «congetture», Draghi, cui per primo era stato riservato questo appellativo, replica: «E´ vero, specie in un momento di crisi». Atteggiamento convergente anche quando Tremonti spiega che, adesso, serve «un quadro di regole diverso da quello che ha concorso alla crisi» e che in sede politica si raccoglieranno «i materiali» elaborati anche dal Forum. Draghi: «Si, servono nuove regole, nuovi standard comuni». E infatti il suo Fsf sta già facendo un lavoro che verrà presentato al G20 di Londra, riassumibile in tre punti: «Più capitale, più riserve e standard più rigorosi per i vigilanti».
Tremonti ci tiene molto a questi nuovi standard etico-economici: è una sua idea ed è accolta dal G7. Un «report» degli esperti sarà pronto tra quattro mesi, in tempo per l´appuntamento della Maddalena. Il Fmi sorveglierà sull´attuazione delle regole con visite obbligatorie nei paesi. Spiega il ministro: «Forse parlare di nuovo ordine mondiale è una formula retorica, ridondante, ma è l´obiettivo. Ed è un impegno fortissimo, coerente con la struttura del capitalismo e del mercato globale».