varie, 14 febbraio 2009
Antonio Landolfi, 42 anni. Originario di Napoli ma da tempo residente a Roma, operaio edile, pieno di debiti, sposato, quattro figli di cui uno gravemente malato, l’altro pomeriggio cambiò in banca assegni per 500 euro e poi, sperando di moltiplicare il gruzzoletto per poter pagare la rata di un prestito che gli scadeva l’indomani, andò a giocare in una sala Bingo
Antonio Landolfi, 42 anni. Originario di Napoli ma da tempo residente a Roma, operaio edile, pieno di debiti, sposato, quattro figli di cui uno gravemente malato, l’altro pomeriggio cambiò in banca assegni per 500 euro e poi, sperando di moltiplicare il gruzzoletto per poter pagare la rata di un prestito che gli scadeva l’indomani, andò a giocare in una sala Bingo. Ore dopo, avendo perso tutto, ebbe l’idea di ustionarsi un poco in modo da prender tempo con i creditori, così camminò fino a uno spartitraffico sulla Casilina, si cosparse di benzina le scarpe e la parte bassa dei pantaloni e appiccò il fuoco ma siccome indossava abiti sintetici le fiamme si propagarono all’istante trasformandolo in una torcia umana. Ricoverato in ospedale col 96 per cento del corpo ustionato, morì dopo tre giorni d’agonia. Nottata di mercoledì 11 febbraio in via Casilina 176 a Roma.