Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 13 Venerdì calendario

Sveva D’Ardia Caracciolo, 22 anni. Figlia del principe Ricciardo d’Ardia e di Marta Belardinelli, sorella minore di Edoardo e Costanza, bella e bionda, alta un metro e ottanta, a detta di tutti «simpatica, gentile e alla mano», laureata in economia e commercio alla Luiss di Roma e studentessa alla Bocconi di Milano, di recente s’era avvilita per due esami andati male e forse soffriva di depressione

Sveva D’Ardia Caracciolo, 22 anni. Figlia del principe Ricciardo d’Ardia e di Marta Belardinelli, sorella minore di Edoardo e Costanza, bella e bionda, alta un metro e ottanta, a detta di tutti «simpatica, gentile e alla mano», laureata in economia e commercio alla Luiss di Roma e studentessa alla Bocconi di Milano, di recente s’era avvilita per due esami andati male e forse soffriva di depressione. Giovedì 12 febbraio, con i genitori, andò nel trecentesco palazzo di famiglia a Magliano in Toscana, dove era solita trascorrere le vacanze estive, con l’idea di studiare in santa pace. Nel pomeriggio, mentre il padre era a messa nella piccola chiesa del borgo e la madre riposava, si spostò nell’edificio accanto, detto La Fattoria, dove di solito vengono alloggiati gli ospiti ma quel giorno non c’era nessuno, si arrampicò su una finestra e si lanciò nel vuoto. Volo di tredici metri. Verso le 17.30 di mercoledì 11 febbraio in un palazzo del Trecento nel borgo medievale di Magliano in provincia di Grosseto.