L’Espresso, 19 febbraio 2009, 19 febbraio 2009
Calano gli investimenti, e aumenta l’inquinamento dei mari. La Corte dei conti ha appena pubblicato un dossier sulle attività anti-inquinamento del triennio 2005-2007, scoprendo che l’attività di raccolta dei rifiuti in mare ha subito una riduzione drastica
Calano gli investimenti, e aumenta l’inquinamento dei mari. La Corte dei conti ha appena pubblicato un dossier sulle attività anti-inquinamento del triennio 2005-2007, scoprendo che l’attività di raccolta dei rifiuti in mare ha subito una riduzione drastica. Meno di 3.500 metri cubi recuperati contro i 24.000 del triennio precedente, nonostante siano state varate regole più severe. Se il bilancio ridotto ha permesso di raccogliere solo idrocarburi, secondo i giudici il rapporto tra Stato e la società che gestisce la raccolta nelle varie regioni, la Castalia, potrebbe far sorgere dubbi sul ”pieno rispetto delle regole di concorrenza”. Il sistema per pulire i nostri mari fa acqua da tutte le parti: ”Un altro vulnus”, conclude la Corte, ”è rappresentato dall’estrema difficoltà di attribuzione di responsabilità per il risarcimento dei danni, spesso condizionata dalla concomitanza della flagranza: nel 64 per cento dei casi è stato infatti impossibile scoprire l’autore dell’evento”. Non solo. Quando l’inquinatore viene scoperto, l’iter per ottenere il credito è lungo e tortuoso, e permette di incassare parte minima delle spese sostenute ”per la reintegrazione della situazione ambientale alterata”. Nel triennio è stato recuperato il 2 per cento del dovuto: circa 199.000 euro su quasi sei milioni totali. Una miseria.