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 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

Piloti ammosciati dalla crisi. Addio al sesso in volo. Sono lontani i tempi dei piloti-playboy che, con divisa e sguardo sornione, facevano capitolare le passeggere durante il volo

Piloti ammosciati dalla crisi. Addio al sesso in volo. Sono lontani i tempi dei piloti-playboy che, con divisa e sguardo sornione, facevano capitolare le passeggere durante il volo. La categoria, che fino a qualche tempo fa veniva annoverata tra le più sexy del mondo del lavoro, ora denuncia sofferenze anche sul piano delle relazioni galanti, oltre che su quello delle prospettive professionali. Di chi è la colpa? Se dovessimo stilare un freddo elenco diremmo: di Osama Bin Laden, della crisi economica mondiale e anche dei piloti dell’Alitalia. Dopo l’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre del 2001, infatti, la vita dei piloti a bordo dei loro aerei è drasticamente cambiata. In peggio. «Da allora l’accesso alla cabina di pilotaggio è proibito, la porta è blindata e si può accedere solo digitando un codice di sicurezza», dice Enrico Castellino, pilota della compagnia low cost Easyjet. Il che significa che i contatti con i passeggeri sono ridotti quasi a zero: «Bisogna riuscire ad approfittare dei pochi minuti dell’imbarco. Se riusciamo a espletare per tempo le formalità che precedono il decollo, possiamo presentarci con la divisa bene in tiro, ben pettinati e sorridenti e scambiare un paio di battute con i passeggeri...». E da cosa nasce cosa: «Mi è capitato che durante il volo l’hostess venisse in cabina a consegnarmi il biglietto da visita di una passeggera con cui, all’imbarco, c’era stato un intreccio di battute. Ma ormai episodi come questo sono rarità», dice rammaricato Castellino. A causa della crisi economica mondiale, inoltre, è venuta meno anche un’altra delle occasioni d’oro per gli aspiranti piloti-playboy: «Prima chi era impegnato nei voli a lungo raggio aveva soste anche di cinque giorni, in cui c’era tutto il tempo di familiarizzare sia con le colleghe assistenti di volo sia con eventuali conoscenze fatte a bordo o a terra. Ora le soste sono di 24 ore appena, e tra stanchezza per il volo, jet lag e le necessarie ore di sonno prima di affrontare il viaggio di ritorno, di tempo per gli intrallazzi non ne abbiamo più», specifica. Ma anche i piloti dell’Alitalia avrebbero precise responsabilità: se la categoria ha perso sex appeal è anche colpa loro. Per anni hanno sacrificato la propria immagine e il proprio carisma in nome di privilegi materiali e di quei benefici a cui ora, con la nuova compagnia Cai, hanno comunque dovuto dire addio», dice. E guai a pensare che Castellino parli per spirito di concorrenza: «Sono in Easyjet da dieci anni, ma prima ero anch’io un pilota Alitalia, so di cosa parlo. L’ambiente in quella compagnia è quanto di peggio ci sia per le relazioni umane tout court prima che per gli inciuci erotici. In Alitalia sono tutti contro tutti, assistenti di volo contro piloti e viceversa. Insomma, un clima davvero poco erotizzante. «Molto meglio Easyjet, da questo punto di vista. L’età media qui è più bassa, le assistenti di volo sono spesso molto giovani, hanno ancora il mito del pilota… E poi la compagnia è in ottima salute, è la terza in Europa per flotta e fatturato, e questo ha effetti benefici su umore e predisposizione agli incontri». Lo stress per i guai finanziari di Alitalia e per il difficile cammino che ha portato alla Cai, infatti, hanno influito non poco sull’umore dei piloti: «In Easyjet c’è un clima friendly, i rapporti sono più leggeri, e capita che si creino relazioni clandestine anche tra colleghi. Nulla di impegnativo, durano il tempo di una trasferta». Nel quadro delineato da Castellino, ad avere la meglio sono gli assistenti di volo. «Ora che i piloti sono rinchiusi nel cockpit, hanno campo libero», dice Castellino, che aggiunge: «Durante le soste a terra, inoltre, sono mediamente più riposati, e se vogliono possono concedersi un bicchiere di vino in compagnia anche se il giorno dopo devono volare. Noi, invece, dobbiamo privarci anche di quello», conclude. I più organizzati sarebbero gli assistenti di volo gay: «Sono un network», dice una talpa in Alitalia: «Hanno una mappa dei naked party, le feste in nudo, in giro per il mondo, e appena toccano terra sanno già dove andare a divertirsi. Sono una rete mondiale». Ultimamente gli assistenti di volo, soprattutto hostess, stanno vivendo un innegabile momento di popolarità. L’ultima in ordine di tempo è Daniela Martani, l’hostess passata in pochi mesi dallo sventolare un cappio contro la cordata italiana di salvataggio dell’Alitalia a giocarsi la carta del successo televisivo nella casa del Grande Fratello, salvo poi esser costretta a uscirne per tentare di salvare il suo part-time in Cai. Ma nei mesi scorsi non sono mancate occasioni per parlare della categoria, con particolare riferimento al «subbuglio ormonale», che pare contraddistinguerla. Quasi un anno fa, per esempio, iniziò a imperversare in rete un video che ritraeva un’hostess della compagnia francese Aom che in cabina di pilotaggio intratteneva i piloti e una collega con un divertito e generoso strip-tease. Un caso isolato? «Non direi», confessa Castellino: «Tra colleghi ci si scambia racconti, e mi è capitato di raccogliere da amici piloti descrizioni di comportamenti molto simili: hostess che si avvicinano, ti mostrano il seno, ti chiedono se vuoi toccarlo... Ti provocano, si divertono. L’esibizionismo è una caratteristica molto diffusa nella categoria», racconta Castellino, con una punta di rammarico. Poi ci sono i casi estremi, come Lisa Robertson, assistente di volo che su un Boeing 747 della Qantas si appartò nella toilette con uno dei passeggeri, l’attore americano Ralph Fiennes. L’episodio fu scoperto e riferito dai colleghi e l’hostess licenziata in tronco. Forse anche per evitare episodi del genere, la Singapore Airlines ha recentemente diramato un appello molto sui generis: ha esplicitamente chiesto ai passeggeri del suo nuovo Airbus 380 di evitare di far sesso nella suite di bordo. Pare infatti che la cabina extra-lusso non sia stata adeguatamente insonorizzata e che qualsiasi cosa si dica (e si faccia) al suo interno, venga nitidamente sentita dagli altri passeggeri. Chissà se l’esibizionismo delle hostess di cui parla Castellino arriverà fin qui.